L’invecchiamento della popolazione, una delle conquiste importanti dell’umanità, rende necessario un approccio integrato che superi gli attuali confini settoriali delle politiche socio-sanitarie rivolte agli anziani, per affrontare tale processo dai suoi diversi punti di vista.
Sono molti i fattori che influiscono sulla qualità di vita in età avanzata: salute e assistenza, sicurezza, facilità negli spostamenti,
ricreazione del corpo e della mente, possibilità di continuare ad imparare. Per progettare tutto questo la Regione Emilia-Romagna ha
risposto dando vita al Par, il Piano di Azione Regionale che promuove e realizza politiche e interventi innovativi e integrati a favore della
popolazione anziana. La prima Conferenza Regionale Par, in una sala Polivalente della Regione stracolma di operatori e pubblico, ha
presentato oggi ad amministratori, operatori sociali, sindacalisti, organizzazioni del Terzo settore e del volontariato questa nuova
metodologia di analisi e di lavoro, che tende a vedere l’anziano nella complessità dei suoi bisogni.
La Conferenza è stata aperta dal sottosegretario alla Presidenza della Regione, Alfredo Bertelli, che è intervenuto sui princìpi base del Par, gli accordi siglati e lo stato di attuazione. Ad una relazione con i dati più recenti sulla popolazione anziana, hanno fatto seguito gli interventi degli assessori alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni ed alle Politiche sociali, Anna Maria Dapporto. Bissoni ha illustrato le novità del nuovo Piano sociale e sanitario, mentre l’assessore Dapporto ha
evidenziato il ruolo del volontaria nelle politiche sociali, in particolare quelle rivolte agli anziani. Dopo un breve dibattito, il presidente della Regione Vasco Errani ha svolto le conclusioni della
giornata.
“Questa prima conferenza – ha dichiarato il sottosegretario Alfredo Bertelli – dà conto del risultato degli ultimi due anni di lavoro tra
l’Amministrazione regionale, che ha messo insieme tutti i settori, le organizzazioni sindacali non solo dei lavoratori autonomi ma anche dei
dipendenti, assieme al Terzo settore e al sistema delle Autonomie locali. Tale lavoro ha prodotto il risultato di aver puntualizzato le politiche assistenziali e sociali. Abbiamo inoltre aperto un portale Internet regionale su cui convergono tutte le buone pratiche relative alle politiche per gli anziani, e si stanno producendo punto per punto
approfondimenti che condizioneranno gli atti amministrativi di Regione e Enti locali”.
“Il Terzo settore – ha commentato l’assessore Anna Maria Dapporto – serve alle persone anziane prima di tutto per dare un valore alla
propria vita, usando risorse e tempo da mettere a disposizione della comunità. Il Par, in questo senso, dà anche indicazioni di vita concreta
di tutti i giorni, perché detta piccole regole per vivere meglio e, in fondo, da una rete di piccole azioni può nascere una coesione sociale
molto diffusa”.
“Bisogna respingere il luogo comune che l’invecchiamento della popolazione sia destinato a produrre instabilità nei sistemi assistenziali, per la crescita incontrollata della spesa e la caduta della capacità di produrre ricchezza – ha puntualizzato l’assessore Giovanni Bissoni -. L’Emilia-Romagna dimostra concretamente che una regione anziana può essere ricca e capace di dare risposte ai bisogni assistenziali. Il Piano sociale e sanitario fa scelte di riorganizzazione dei servizi, quindi integrazione sociale e sanitaria,
rilancio della coesione sociale e delle politiche territoriali. Partiamo da qui per andare oltre, integrare le politiche per la casa, i trasporti. Dentro a tutto ciò, sperimentazioni concrete: il Fondo per la non autosufficienza è partito col 2007, ha potuto beneficiare di 100 milioni di euro aggiuntivi provenienti dal bilancio regionale e tutti i distretti, oggi, stanno progettando l’utilizzo di queste risorse”.
“Il Par – ha concluso il presidente Vasco Errani – non è solo uno strumento innovativo per affrontare la problematica degli anziani dal
punto di vista sanitario e sociale, ma anche un’idea del tutto nuova nella sperimentazione delle politiche in questo Paese, cioè l’integrazione. Quando parliamo della nostra regione prendiamo atto che è composta ormai per il 25 per cento da persone con oltre 65 anni, quindi
dobbiamo riorganizzare la società per renderla maggiormente adeguata e disponibile a questo cambiamento strutturale. Dunque politiche per la casa, per i trasporti, l’urbanistica, il sociale e
integrazione socio-sanitaria. L’Emilia-Romagna è da questo punto di vista certamente all’avanguardia, fa una politica di investimenti
straordinaria, penso ad esempio allo sforzo per la non autosufficienza, che porterà ad una qualità della vita per questa parte della popolazione
certamente molto migliore di quella di altre parti del Paese. Da questo punto di vista vogliamo dare un contributo nazionale, dimostrando che è
possibile affrontare questo cambiamento gestendolo e governandolo senza un
atteggiamento ragionieristico, secondo il quale tutto ciò non si può conciliare con la tenuta del welfare”.
Gli anziani in Emilia-Romagna
Gli anziani residenti in Emilia-Romagna all’1 gennaio 2007 risultano essere oltre 961 mila, pari a quasi il 23% del totale della popolazione
regionale. La componente femminile è prevalente e costituisce il 58,1% dei residenti di 65 anni e oltre. Nell’ultimo decennio, l’incidenza della
popolazione anziana è costantemente aumentata, passando dal 21,5% del 1997 all’attuale 22,8%. Le previsioni demografiche indicano nel periodo
2004-2024 un incremento complessivo della popolazione anziana (65 e oltre) di circa il 20%. In particolare, a fronte di un aumento contenuto della
fascia 65-75 anni (+7,8%), si prevede un aumento del 34% degli anziani con più di 75 anni e di ben il 50% degli ultraottantenni, che nel 2024 saranno
oltre 384 mila.