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Redditi, disuguaglianze e povertà: presentata ricerca ai Comuni del Distretto

Si è svolta martedì sera, in seduta congiunta e straordinaria, presso la sala “Biasin” di via Rocca un Consiglio Comunale dei quattro Comuni di Sassuolo, Fiorano, Formigine e Maranello, dedicata alla presentazione della ricerca sulla “Condizione economica e sociale delle famiglie nella Provincia di Modena nel 2006” realizzata dal CAPP (Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche) e dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Una serata che ha permesso e permetterà ulteriormente di “fotografare”, attraverso dati, modelli e raffronti, la realtà socio-economico della Provincia modenese ed in particolare del Distretto ceramico, la situazione attuale, proponendo temi e descrivendo mutamenti (il quadro propone confronti effettuati tra il 2002 e il 2006) su cui le Amministrazioni pubbliche, sono chiamate ad operare.

Una ricerca, come hanno sottolineato due degli autori presenti in sala, i professori Massimo Baldini e Paolo Silvestri, a nome di tutto il gruppo numeroso di lavoro, costituisce il frutto dell’indagine condotta su un significativo campione di 1000 persone interrogate distribuite per diversa campionatura territoriale e cioè l’area urbana di Modena, quella di Sassuolo (i comuni del Distretto ceramico) e l’area di Vignola ,nella sua estensione totale.

Nel corso della seduta, che è stata presieduta dal Comune di Sassuolo,sono stati presentati e illustrati dai tecnici e dagli autori dello studio, i Professori i principali esiti della ricerca condotta in particolare sull’evoluzione e distribuzione dei redditi.
Un’iniziativa, come ha ricordato la stessa Presidente del Consiglio congiunto, Patrizia Barbolini che ha voluto fornire a tutti i rappresentanti delle Istituzioni locali, un quadro d’analisi complessivo derivante dai corposi e complessi materiali che sono stati inviati ad ogni consigliere comunale.

Il quadro che è emerso, pur nella sintesi necessaria, è quello di un nuovo ed anche allarmante.
Aumento della forbice che separa le diverse fasce di reddito prese in esame, con il verificarsi del fenomeno in cui “i più poveri sono un pò più poveri” e i “più ricchi sono ancora un po’ più ricchi”.
Anche se l’indice di povertà calcolato non subisce particolari spostamenti, passando dal 20% fatto registrare nel 2002 al 20,5% del dato complessivo, emerso nel 2006.
Il benessere economico delle persone e lo si misura con il reddito familiare equivalente , questo è passato dai 22.960 euro nel 2002 a 24.600 euro nel 2006, con un aumento, in termini reali, del 7%.
Ma assieme all’incremento del reddito familiare medio è appunto peggiorata la sua distribuzione. La “torta” è infatti crescita (del 7%) ma nel 2006 le “fette” sono sttae distribuite in modo meno eguale tra la popolazione rispetto al 2002.

In sostanza hanno chiosato i ricercatori è aumentata anche in una provincia quale quella modenese, considerata tuttora quale realtà di una felice combinazione tra elevato benessere economico e di eguaglianza anche in termini relativi, ma non più immune a quella tendenza verso una crescente disuguaglianza che sembra caratterizzare tutto il nord-est e risente delle conseguenze di una così rapida immigrazione.
E di un mercato che pare premiare in misura minore i più giovani e chi compie un investimento nel settore dell’istruzione (laureati, diplomati).
Non tutte le tipologie familiari hanno infatti beneficiato della crescita del reddito in modo uniforme. Ad esempio è diminuito a livello assoluto il reddito familiare equivalente delle famiglie numerose (dai 5 componenti in su) e delle famiglie con capofamiglia giovane (fino a 40 anni); è rimasto costante quello delle famiglie che vivono in affitto.

Grande è poi la differenza del rischio-povertà tra chi possiede un’abitazione di proprietà (meno esposto) e chi invece non l’ha (affitto o recente accensione del mutuo d’acquisto).
Nel 2006 i modenesi in media i modenesi hanno guadagnato 60 centesimi in più all’ora e lavorano
Quasi 44 ore alla settimana, un ‘ora in più rispetto al 2002. Un ulteriore segnale di tensione, quest’ultimo, che potrebbe andare a decremento del tempo a disposizione per le attività di cura/relazione e per il consolidamento del capitale sociale.

Infine, negli ultimi quattro anni la provincia si è arricchita di nuovi cittadini, prevalentemente provenienti dal mezzogiorno e dai paesi del sud del mondo. Sono queste le fasce più deboli e soggette all’impoverimento che ha prodotto il peggioramento degli indicatori di disuguaglianza e povertà registrato tra il 2002 e il 2006.
Il tasso di povertà dei “nuovi arrivati” raggiunge infatti il 60% contro il il 15/16% del complesso della popolazione.
Come è stato poi sottolineato dalla gran parte dei Consiglieri ed Amministratori intervenuti, sia in fase di richiesta di delucidazioni e chiarimenti agli autori della ricerca, che per un primo commento di carattere senz’altro generale, i quali hanno ribadito la necessità di un accurato ed ulteriore approfondimento della ponderosa mole di dati, grafici e risultanze presentate.

















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