Accusato di aver ucciso la madre di 81 anni percuotendola con un bastone, è stato assolto dal gup di Bologna, Gabriella Castore – che lo ha giudicato con il rito abbreviato – con la vecchia formula dell’insufficienza di prove.
U.S.,44 anni, impiegato della multiutility Hera, era finito a processo con le accuse di maltrattamento in famiglia e omicidio volontario della madre A.C., 81 anni, morta dopo quasi un mese e mezzo di agonia all’ospedale Sant’Orsola dove era stata ricoverata il 2 maggio del 2006.
La donna presentava ecchimosi sul corpo e alcune costole fratturate. Il figlio aveva raccontato di aver trovato la donna a letto al rientro dal lavoro dolorante per una caduta accidentale avvenuta nella loro abitazione di via Mirasole, nel centro di Bologna. Secondo i medici del nosocomio, e i consulenti del pm Enrico Cieri, però, quelle lesioni erano poco compatibili con una caduta accidentale.
Durante un breve risveglio dal coma in cui era finita, l’anziana aveva confidato ad un’infermiera che a ridurla così era stato suo figlio dopo averla percossa con un bastone al culmine di una banale lite. L’infermiera poi allertò la polizia e un agente mise a verbale le dichiarazioni dell’ottantenne poi ricaduta nel coma dal quale non si è più risvegliata.
Secondo la perizia fatta fare dal difensore dell’uomo, l’avvocato Aldo Savoi Colombis, le lesioni erano compatibili con la caduta al contrario di quanto sosteneva l’accusa.
Oggi la versione della difesa è stata ritenuta credibile dal gup che ha assolto l’uomo. La sorella, che vive con la sua famiglia in un paese dell’Appennino bolognese, ha sempre detto di non aver mai saputo di alcuno screzio tra il fratello e la madre.