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Due trapianti di cornea con una nuova tecnica a Carpi

Per la prima volta in una struttura pubblica della provincia di Modena sono stati eseguiti due trapianti di cornea “lamellari” secondo la tecnica “Dsaek”. Si tratta di una nuova tecnica chirurgica che è stata utilizzata con successo dall’equipe guidata dal dottor Amos Bartolino, direttore dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale Ramazzini di Carpi.


Il trapianto di cornea è un intervento finalizzato alla sostituzione della porzione anteriore dell’occhio, possibile in presenza di un donatore non vivente al quale viene espiantato tale tessuto. La cornea è la sottile lente trasparente che ha lo scopo, insieme al cristallino, di far passare le immagini all’interno dell’occhio e di focalizzarle sulla retina. Quando la cornea perde la sua trasparenza o diventa fortemente irregolare, le immagini che si vedono non possono essere più messe a fuoco correttamente sulla retina. Varie patologie corneali (di natura infiammatoria, infettiva, traumatica o ereditarie) possono provocarne l’opacità con perdita della trasparenza e riduzione progressiva della capacità visiva, fino alla cecità pressoché totale. Quando la cornea è opacizzata l’unica soluzione è rappresentata dal trapianto che può essere “a tutto spessore” oppure “lamellare” (si trapianta solo uno degli strati).

Nell’Ospedale di Carpi, in particolare, sono stati eseguiti due trapianti “lamellari endoteliali”, cioè della parte posteriore della cornea. Rispetto alle tecniche tradizionali, l’intervento è molto meno invasivo e non richiede punti di sutura. In pratica è stata sostiuita solo la parte malata della cornea e quindi la struttura del bulbo oculare ne risulta meno indebolita ed il recupero della vista è molto rapido.

Ad eseguire l’intervento il dottor Bartolino che dirige l’Unità Operativa di Oculistica del Ramazzini dal marzo 2006 ed ha all’attivo una casistica di oltre 8000 interventi di cataratta, 600 interventi di vitreoretina ed oltre 500 interventi tra glaucoma, trapianto di cornea e chirurgia refrattiva. Dall’inizio del 2006 è aumentata l’attività oculistica in tutta l’area Nord della nostra provincia e, in particolare, è stato incrementato il numero di interventi eseguiti dall’équipe oculistica presso l’Ospedale di Finale Emilia: nel 2006 cento interventi annuali in più rispetto al 2005 e tale traguardo sarà sicuramente superato quest’anno. Numerosi i progetti portati a termine nel corso di questo anno e mezzo: l’apertura di un ambulatorio presso l’Ospedale di Mirandola che garantisce assistenza oculistica dopo le operazioni e, da quest’anno, anche visite oculistiche generiche. E’ stato fatto inoltre un ulteriore sforzo organizzativo per migliorare anche l’accesso alle prestazioni oculistiche che ha portato ad una riduzione dei tempi di attesa per alcuni tipi particolari di interventi oculistici, come la pachimetria (esame che serve per misurare lo spessore della cornea e valutarne possibili patologie) e i trattamenti laser.
















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