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Reggio nel mondo supporta il costante dialogo con la Serbia

Un vero e proprio ponte tra Reggio Emilia e Kragujevac. Progetti e scambi che stanno sviluppando importanti sinergie tra la nostra città e quella serba che sta riconquistando un ruolo importante nel panorama dei balcani a otto anni dalla fine della guerra.

E’ giunta martedì scorso nella nostra città una delegazione serba composta da nove pedagogiste ed educatrici delle scuole per l’infanzia della città di Kragujevac. La delegazione è stata accolta dallo staff di Reggio Nel Mondo ed ha ricevuto ieri i saluti dell’Assessore Iuna Sassi nella sala del tricolore.
Reggio Emilia , gemellata con Kragujevac dal 2004, sta da anni portando avanti azioni di scambio e di confronto professionale tra esperti dei due comuni sulle tematiche di Welafre ( in particolare giovani, dipendenze e disagio, infanzia). Lo scopo del dialogo è quello di creare momenti di confronto internazionale che possano stimolare ed arricchire gli operatori dei due territori lavorando assieme per una comprensione più approfondita e “ globale” dei fenomeni sociali. La nostra città in particolare nell’ultimo anno ha lavorato a sostegno della rete delle scuole per l’infanzia della città serba. L’azione di formazione delle operatrici rientra nel quadro delle attività finanziate dal progetto regionale sulle politiche di welfare con i Balcani. Il comune capoluogo attraverso l’agenzia Reggio nel Mondo partecipa infatti all’Intesa Regionale, coordinata dal comune di Forlì, che gestisce tutte le azioni realizzate dagli enti locali a favore dei Balcani.

Reggio Children
Il progetto di scambio sui temi dell’infanzia e della disabilità nasce da una collaborazione attiva tra Reggio Children e Reggio nel Mondo sul tema della Cooperazione decentrata. Nel corso del 2007 Reggio Emilia ha avviato, attraverso le sue due strutture, una collaborazione con il Centro di Ricerca e Studio sulle Disabilità Nada Naumovic di Kragujevac. Attualmente la città serba vive la necessità di aprire nuovi asili nido (quelli già operativi sono affollati di bambini), a fronte tuttavia della frequente disponibilità di strutture che sarebbe possibile adibire a scuole per l’infanzia non fosse per le disastrose condizioni in cui versano. Ciò è spesso dovuto al fatto che tali spazi erano durante la guerra adibiti ad altri usi, come deposito o rifugio per i profughi. In questi giorni il gruppo delle pedagogiste svolgerà, sotto il coordinamento di Reggio nel Mondo, un ciclo di visite, incontri e confronti con gli esperti di Reggio Children. Il supporto che l’esperienza pedagogica reggiana intende offrire riguarderà prevalentemente la riqualificazione degli spazi interni degli asili allo scopo di creare spazi accoglienti e positivi per una efficace interazione dei bambini disabili.
Compongono la delegazione anche due funzionarie di UN Habitat (ufficio di Belgrado), agenzia delle Nazioni Unite attiva a Kragujevac con un progetto sull’inclusione delle disabilità che ha manifestato interesse a conoscere ed avvicinare l’esperienza e le modalità di lavoro di Reggio Children.
Storia
Questa azione è solo parte di un ampio spettro di iniziative che legano e uniscono la città di Reggio e la Città di Kragujevac, la settimana scorsa una delegazione di Reggio nel Mondo ha partecipato alle celebrazioni dell’eccidio del 21 ottobre a Kragujevac: la città il 21 ottobre 1941 fu teatro dell’uccisione di 7mila persone da parte delle truppe naziste, un terzo della popolazione venne ucciso in poco più di 48 ore e tra i massacrati vi fu una intera generazione di ragazzi presi direttamente dalle scuole. Durante le celebrazioni sono state deposte le corone di fiori ai piedi del monumento costruito in ricordo degli scolari uccisi che è oggi simbolo della città.
Mostra
Sempre lo scorso week end è stata inaugurata a Kragujevac, presso il tetro comunale la mostra fotografica Start Kragujevac con le opere del fotografo reggiano Piero Bruno. Il titolo dell’esposizione a Reggio, realizzata in occasione della Settimana della Fotografia Europea era stato: “Connessioni in Mostra”, oggi il viaggio delle opere verso la Serbia e l’allestimento della mostra nella città testimonia ancora di più il sussistere di questa “connessione”, il vero legame che esiste tra i territori . Le azioni intraprese comunicano inoltre la concreta volontà di favorire un confronto ed uno scambio costante tra gli artisti, tra i tecnici ed anche e soprattutto tra la gente reggiana e serba.
















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