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Personale sanità modenese, Cgil: ‘a rischio i servizi essenziali’

Personale infermieristico e operatori addetti all’assistenza lasciati a casa da un giorno all’altro in diversi ospedali della provincia di Modena per mancata proroga dei contratti. Blocco delle assunzioni per coprire i posti vacanti e sostituzione di personale assente. Disattesi gli accordi che prevedevano l’ampliamento della dotazione
organica nel corso del 2007 e congelate le mobilità in ingresso già autorizzate.


Queste alcune delle gravi decisioni assunte dalle Aziende sanitarie di Modena.
Tutto questo è stato fatto in perfetta solitudine e senza chiarire le motivazioni che hanno portato ad un taglio (con effetto immediato) così
rilevante del personale – ad ora qualche decina di addetti, destinati ad aumentare nei prossimi mesi per il blocco del turnover.

Le conseguenze sono evidenti. Presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena continuano a fiorire i posti letto aggiuntivi dell’area medica e il
personale non riesce più a far fronte alle necessità dei ricoverati con la dovuta serenità.
Le difficoltà non risparmiano neppure il Nuovo Ospedale di Sassuolo dove, in realtà, è stato previsto fin dalla sua nascita un organico inadeguato rispetto ai bisogni assistenziali e ad oggi mancano risposte soddisfacenti.

Gli operatori di cui stiamo trattando, in prevalenza sono stati assunti a tempo determinato, ma per garantire la nascita e il funzionamento di
servizi ritenuti essenziali nell’ambito dell’offerta sanitaria provinciale, individuata dalla Conferenza Sanitaria Territoriale.
Oltre al dramma personale dei diretti interessati – lavoratori precari che con li blocco del turnover sono tagliati fuori dal processo di stabilizzazione e rischiano di perdere il lavoro – siamo di fronte ad un nuovo quanto inaccettabile peggioramento delle condizioni di lavoro in
molte unità operative, già soffocate da un numero elevato di ore di straordinario.
Un quadro che alimenta fortemente le preoccupazioni per la tenuta dei servizi sanitari sia sotto il profilo della quantità, ma soprattutto per la
qualità delle prestazioni.

Le Organizzazioni Sindacali ritengono doveroso denunciare pubblicamente non solo il merito dei provvedimenti assunti, ma anche l’utilizzazione di un metodo troppo spesso scorretto e unilaterale.
E come se non bastasse su questo panorama si affaccia il rischio di annullare i risultati raggiunti nei processi di stabilizzazione del
personale precario.
Sono note le difficoltà economiche degli Enti, tuttavia non sufficienti a giustificare una gestione puramente ragionieristica della Sanità, che
oltretutto non interviene sugli sprechi più evidenti.

Siamo forse di fronte alla riscrittura di fatto della Programmazione Sanitaria Provinciale?
L’obbiettivo dei Sindacati rimane quello di assicurare in ogni caso ai cittadini quei servizi di qualità previsti nel Piano sanitario regionale e
per farlo occorre avere un numero almeno sufficiente di personale, anche per la copertura del turnover.
















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