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Modena riflette sugli spazi della cultura

“Modena ha la straordinaria opportunità di trasformare alcuni luoghi fisici che hanno perso la loro originaria funzione in spazi di cultura vivaci e innovativi. Se oggi lavoriamo bene, fra dieci anni la città sarà molto diversa e molto più moderna”.
Il vicesindaco Mario Lugli spiega così il significato del prossimo appuntamento degli Stati generali della cultura, in programma martedì 23 ottobre alle 18 al Baluardo della Cittadella, in piazza Giovani di Tien An Men 5.

Dopo il tavolo tematico sul rapporto tra università e città, che si è svolto il 19 ottobre al Teatro Comunale, la riflessione si sposta ora sui luoghi fisici, sui grandi “contenitori”, sulla riqualificazione degli spazi di archeologia industriale e le industrie culturali. Proprio su questo tema interverrà Pier Luigi Sacco, docente di Economia della cultura all’Università Iuav di Venezia e direttore scientifico di Goodwill.

“I tre modelli di innovazione di maggior successo sperimentati in Europa negli ultimi anni sono certamente quelli dell’Irlanda, della Finlandia e del Regno Unito”, spiega Sacco. “Si tratta di tre situazioni molto diverse, ma che forniscono tutti gli elementi utili per capire come impostare una strategia di sviluppo verso l’economia della conoscenza, sostenibile nel lungo periodo”.

A Modena, in particolare, la riflessione riguarda alcuni spazi di grande rilievo: l’area ex Amcm (oltre 31 mila metri quadrati), la parte monumentale del Sant’Agostino già acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (quasi 13 mila metri quadrati), l’Ospedale Estense (quasi 11 mila metri quadrati), ma anche il San Geminiano e l’area delle ex Fonderie.

“In un contesto di crescente competitività – spiega Lugli – la cultura rappresenta per i cittadini una nuova forma di welfare e una risorsa per lo sviluppo, lo stimolo a riscoprire la propria città e a coglierne tutte le opportunità, a dare voce alle proprie esigenze e bisogni, a partecipare ai processi di pianificazione urbana. Il distretto culturale evoluto è un modello di sviluppo del territorio, elaborato da Pier Luigi Sacco, in cui la correlazione tra i settori culturale, formativo e produttivo diviene motore propulsivo per creare un sistema integrato e competitivo, per attivare processi di scambio e confronto, per generare meccanismi innovativi di attrazione”.
















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