Dalla centralità dell’ospedale alla centralità della persona, evitando che quest’ultima sia allontanata dal contesto in cui vive. È forse questa una delle rivoluzioni che, sia pure silenziosamente, in questi ultimi anni si sta realizzando in campo sanitario. Sempre più spesso le cure vengono erogate vicino ai luoghi di vita delle persone – il domicilio, l’ambulatorio del medico, le strutture ambulatoriali, i consultori, le strutture residenziali – attraverso una rete di servizi sanitari e sociali.
A questi temi, con un taglio molto pragmatico, partendo da esperienze già in essere, è dedicato il convegno “L’evoluzione delle cure primarie nelle diverse realtà regionali: modelli ed esperienze a confronto” che si terrà domani a Modena (dalle 8.30 alle 17.30) nella sede dell’Accademia Militare. L’iniziativa è organizzata dalle Associazioni Direttori dei Distretti delle Regioni Emilia Romagna (A.DDI.D.E.R.), Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province Autonome di Trento e Bolzano col patrocinio dell’Azienda USL di Modena.
Il termine cure primarie, poco familiare per i non addetti ai lavori, in realtà comprende quella parte del sistema sanitario con cui tutti, con regolarità, entriamo in contatto, magari semplicemente per ottenere una ricetta del nostro medico di famiglia. Il sistema delle cure primarie comprende infatti i servizi e le prestazioni riferibili alla medicina generale (medici di famiglia, 540 e un centinaio di pediatri nella nostra provincia), alla continuità assistenziale (Guardia medica), alla specialistica ambulatoriale, ai Consultori familiari, ai CUP (Centri unici di prenotazione), alla medicina riabilitativa territoriale ed alla assistenza protesica ed integrativa, alle cure domiciliari, alle residenze e semiresidenze per anziani e disabili ed all’assistenza farmaceutica. In sintesi, rappresentano quella rete, strettamente integrata con i servizi socio sanitari, che porta l’assistenza verso il cittadino, il più possibile vicino a casa. Una rete che assume una doppia valenza: prima di tutto per migliorare l’assistenza, in seconda battuta per aumentare l’approprietezza delle prestazioni e dei servizi forniti. Un tema, quest’ultimo, centrale per mantenere alta, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, la capacità di risposta, riducendo il più possibile il numero degli interventi non necessari. Per comprendere l’entità del problema, basti pensare che il giorno dopo la messa in onda di trasmissioni divulgative su argomenti medici, il numero di richieste di esami legati al tema trattato aumenta in modo esponenziale.
Il convegno farà il punto sui diversi modelli, in parte comuni e in parte originali, adottati nelle diverse realtà regionali nel campo delle cure primarie. I professionisti dell’Azienda USL di Modena porteranno il loro contributo relativamente ai temi delle liste di attesa e dell’appropriatezza nell’utilizzo delle prestazioni sanitarie. In particolare, in provincia di Modena nell’ambito del sistema di cure primarie sono stati realizzati progetti di gestione delle così dette cronicità (ad esempio, diabete e cure palliative) che hanno portato al rispetto dei tempi di attesa previsti per i controlli ed al recupero di appropriatezza e qualità delle prestazioni.
Quello delle cure primarie è un sistema molto vasto che coinvolge una serie di professionisti e che vede come protagonisti i medici di medicina generale, che non lavorano più da soli, ma si integrano con altre figure (infermieri professionali, medici specialisti, colleghi che operano nella Continuità assistenziale, Assistenti Sociali ed altri professionisti) in una logica multiprofessionale e multidisciplinare che li vede impegnati in percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali capaci di assicurare la presa in carico e la continuità di cura delle persone affette da patologie croniche e bisogni complessi.
Uno dei maggiori settori di intervento è quello dell’assistenza domiciliare, ovvero il servizio erogato direttamente a casa dell’utente da un’equipe di professionisti (medici di famiglia, infermieri, specialisti). In provincia di Modena nel 2006 più di 14mila persone sono state assistite con questa modalità: si tratta di anziani prevalentemente ultrasettantacinquenni con patologie riconducibili al sistema cardiocircolatorio, neurovegetativo e neoplasie. Delle 14mila persone, oltre 1.300 sono state assistite nell’ambito del Nucleo operativo domiciliare oncologico.
Il convegno si aprirà col saluto del Comandante dell’Accademia Militare Gen. Francesco Tarricone e del direttore generale dell’Azienda USL di Modena Giuseppe Caroli e sarà presentato dal direttore sanitario dell’Azienda USL di Modena Andrea Guerzoni e dal presidente dell’A.DDI.D.E.R. Paolo Pasini.