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Guarda Un Po – La patafisica sul grande fiume: giovedì a Guastalla

Prende il via il prossimo giovedì 11 ottobre a Guastalla il progetto “Guarda Un Po!” L’Università del Po, che sotto l’egida di “Luisa”, Universita delle Scienze Anomale, organizza una sorta di “master” in quattro giorni (fino a domenica 14 ottobre) di spettacoli svitati, lezioni di scienze anomale, performance surreali, incontri patafisici e grande teatro con Ermanno Cavazzoni, Alessandro Haber, Paolo Rossi e il Teatrino Giullare.

Guastalla, Gualtieri e Boretto, tre “icone” della pianura profonda percorsa dal grande fiume, propongono l’iniziativa grazie a una collaborazione stretta con la Provincia di Reggio Emilia e il suo Coordinamento dei teatri, la Regione Emilia Romagna, il Ministero per i Beni e le Attività culturali e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia “Pietro Manodori”.

Protagonista della prima serata è Ermanno Cavazzoni con lo spettacolo dal titolo Musica naturale dei giganti: ideazione e voce narrante di Ermanno Cavazzoni, musica e voce cantante di Antonio Borghini, Mirko Sabatini e Vincenzo Vasi. Lo spettacolo racconta la vita quotidiana dei giganti cavallereschi, con le anomalie sessuali, le intemperanze, le idealità filosofiche eccetera… E verrà eseguita quella musica che era nel loro gusto, cioè magniloquente: i giganti amavano la grande opera lirica, i vasti complessi orchestrali, ma se erano loro a doverla eseguire allora usavano mezzi elementari e infantili, chitarrini, fischietti, pernacchiette, muggiti di mucche, pistole spaziali, ranocchie elettroniche ecc. perché questa era la loro debole mentalità.

Gli altri protagonisti della parte teatrale del progetto saranno Teatrino Giullare (venerdì 12 ottobre a Gualtieri), Alessandro Haber (sabato 13 ottobre a Boretto) e Paolo Rossi (domenica 14 ottobre a Guastalla) cui si affiancano performance per le piazze, ivi compresa la “Nave dei Folli”, in navigazione con una motonave in partenza dal porto di Boretto.
Fanno da corollario all’iniziativa diversi momenti di approfondimento su queste tematiche attraverso lezioni condotte da Fiorello Tagliavini, Remo Melloni e Afro Sommenzani; il tutto con lo scopo di circoscrivere il territorio verosimile dell’irrazionalità scientifica della patafisica e riflettere sulle svariate metamorfosi del banale contemporaneo.

Le basi di questa esperienza sono solidissime e di origine controllata: il nume tutelare di UnPo (Università del Po), istituzione associata alla prestigiosa L.U.I.S.A. (Libera Università Internazionale di Scienze Anomale) e che ha come obiettivo programmatico lo studio delle Scienze anomale, è nientemeno che Raymond Queneau, il grande scrittore francese. Egli intraprese infatti all’inizio degli anni ‘30 uno studio su una schiera di “paranoici reazionari e chiacchieroni rimbambiti” che chiamò “Fous littéraires”, autori editi le cui riflessioni non rimandavano a dottrine anteriori e non avevano riscosso alcuna eco. Ne presentò i deliri in un’opera intitolata: Enciclopedia delle scienze inesatte e per molti anni ricercò le tracce di questi “eterocliti”, come in seguito preferì definirli per non confonderli con i “pazzi del manicomio, fino a scrivere un manoscritto di 700 pagine “impubblicabile e impubblicato, né finito né incompiuto”, rifiutato da Gallimard e Denoël. In seguito alcuni brani di questo manoscritto confluirono nel romanzo Les enfants du limon (1938). Solo di recente (2002) il manoscritto integrale di Queneau è stato edito da Gallimard.
Siamo quindi all’interno di un vasto campo di ricerca in cui rientrano da un lato gli studi condotti da “mattoidi scienziati”, dall’altro le scienze partorite dalla sofisticata e dirompente inventiva di scrittori e artisti. Il programma di studi comprende quindi anche spettacoli paradossali vicini ai concetti della Patafisica, scienza che, contrariamente alle altre scienze, non si occupa delle regole ma piuttosto delle eccezioni. Il suo primo docente è considerato il Dottor Faustroll, noto per aver calcolato “la superficie di Dio”.

L’Università del Po è un’università “a distanza”, per prendere le distanze e mantenerle, dalla realtà contemporanea, e intende a tal fine ripercorrere gli innumerevoli e mutevoli aspetti della banalità, della ovvietà, persino della fatuità, alla ricerca del buon senso.
Per frequentarla non è prevista la redazione di alcuna tesi di laurea, e neppure verrà richiesto di sostenere esami, sostituiti entrambi dall’autocertificazione.
















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