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Da Reggio un contributo forte alla riforma del welfare

Nuove sinergie e una forte integrazione tra i soggetti pubblici ai quali oggi è affidata la governance delle politiche del lavoro, che devono trovare una sintesi presso i Centri per l’impiego, demandando ad essi la gestione delle politiche passive sui territori, anche guardando all’esperienza del Centro per l’impiego di Montecchio, Ce.Lavoro.

Così Gian Paolo Sassi, presidente nazionale Inps si è espresso nel corso della tavola rotonda su “Integrazione tra politiche attive e ammortizzatori sociali alla luce della riforma del welfare”, promossa nell’ambito del convegno “Il futuro del mercato del lavoro in Italia. Politiche attive e passive per l’occupazione e lo sviluppo” organizzato dalla Provincia di Reggio Emilia nell’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio, in viale Allegri 9.

“Con questo convegno – ha commentato l’assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari – la Provincia di Reggio ha dato un contributo forte alla riforma del welfare che l’Italia non può più rinviare per se vuole allinearsi all’Europa più avanzata. Così come era nostro intento la sollecitazione unanime venuta da tutti è quella di innovare nel segno della semplificazione amministrativa, dell’integrazione tra più soggetti e della costruzione di una nuova governance che abbia al Centro i servizi pubblici per l’impiego”.

La discussione, coordinata da Romano Benini, consulente Upi, consulente del ministero del Lavoro e autore del programma Rai ‘Okkupati’ ha ripreso e approfondito le tematiche poste sulle prospettive delle politiche del welfare, anche alla luce del recente protocollo d’intesa firmato da governo e parti sociali, e in particolare sul come trovare un giusto equilibrio tra gli ammortizzatori sociali, incentivi all’occupazione e formazione e come riaffermare la centralità dei servizi pubblici per l’impiego che, però, a distanza di 10 anni dalla riforma del collocamento sono ancora fortemente disomogenei a livello territoriale.

Nella sua relazione Ugo Menziani, direttore generale del Mercato del lavoro, aveva ricordato che non è vero che in Italia si spende troppo per le politiche sociali, ribadendo poi che “la riforma degli ammortizzatori sociali è una necessità sempre più stringente per risolvere i problemi del mercato del lavoro”.

“E il tema – ha precisato – non può essere affrontato da solo, ma va inserito in quello più ampio del welfare che è all’ordine del giorno in Europa”. Condizione imprescindibile, però, la riconduzione “a standard europei del sistema dei servizi pubblici per l’impiego con un’azione di revisione del quadro normativo e regionale”.

Gianni Geroldi, a Reggio Emilia anche nelle veci del ministro del Lavoro Damiano, impegnato con la Finanziaria, ha poi tirato le fila dell’intensa giornata affermando che “l’integrazione fra politiche attive e passive del lavoro, già delineata dal protocollo sul welfare, è sicuramente una via percorribile, anche se vi sono diverse complessità sia di ordine organizzativo, per mettere in rete tutte le parti coinvolte, sia istituzionale, e non ultimi i problemi relativi al personale, più o meno stabile, dei Centri per l’impiego, fino alla fortissima disomogeneità territoriale”.
















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