“Voglio essere extra”: è il titolo di un manifesto che oggi è stato affisso a Sassuolo, nel quartiere Braida e nei pressi della moschea di via Cavour, in cui si chiede di essere considerati extracomunitari. E’ l’ultima provocazione escogitata dal Comitato Quartiere di Braida per puntare il dito contro quelle che ritengono politiche di favore nei confronti degli stranieri. “Chiedo che mi venga tolta la cittadinanza italiana – si legge nel volantino – e di essere considerato a tutti gli effetti un immigrato clandestino, e come tale essere trattato e giudicato”.
Una richiesta motivata con “quanto sta avvenendo nel nostro Stato e nelle nostre città, evincendo dai quotidiani le sentenze emesse nei confronti di cittadini extracomunitari che, clandestini e spesso pregiudicati, continuano a delinquere deliberatamente”, i cittadini di Braida invidiano poi agli extracomunitari “la possibilità di poter continuare ad usufruire di tutti i servizi, salute, casa, scuola,ecc…, con anzi una corsia preferenziale per il loro ottenimento”. Nel manifesto si sottolinea inoltre come gli stranieri “possono compiere attività illegali ed avere comportamenti illeciti senza mai dover rendere conto alle leggi di questo Stato e tanto meno alla comunità” e ricordano come essi non contribuiscano “al mantenimento dell’apparato sociale di questo Stato in nessun modo”. Una premessa corposa che li porta appunto a chiedere di essere considerati extracomunitari, di più nel volantino annunciano che “in attesa dell’ottenimento di quanto richiesto provvederò ad un comportamento consono al mio nuovo status, ed in particolare: sospensione dei pagamenti di tutte le tasse locali, statali e sociali,occupazione abusiva di locali dove poter vivere indisturbato, svolgimento di attività più o meno lecite per il mio sostentamento (furto, rapina, spaccio,lavoro nero,ecc…) sospensione RC auto,revisione automezzo e patente, richiesta di sussidio di mantenimento con il sostegno delle organizzazioni sindacali, politiche e sociali preposte al mio inserimento sociale, culturale e lavorativo”.
Un’azione che ha strappato alcuni sorrisi ma che, a ben pensare, nasconde un disagio profondo come ha confermato il Presidente del Comitato Francesco Battani: “è la prima di una serie di iniziative che abbiamo programmato, provocazioni che avranno un seguito nei prossimi giorni”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto accaduto a Marco Vandelli, cinquant’anni, invalido al 40%, celibe, orfano dei genitori, disoccupato, che vive a Braida in via Isonzo 12 e rischia di essere sfrattato dall’Acer perché a causa di un incidente ha perso quattro mesi di lavoro e non riesce più pagare l’affitto. Quando Vandelli ha chiesto aiuto ai servizi sociali e si è sentito rispondere che il Comune non è una banca. “Questo è quello che accade se un sassolese è in difficoltà – sostiene Battani – ben diverso sarebbe stato invece il trattamento se si fosse trattato di un extracomunitario, ed è per questo anche noi vogliamo essere extra”.