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Modena: Spettroscopia Raman nell’Arte e nell’Archeologia

L’affinamento delle strumentazioni scientifiche sempre più decisivo per allargare l’orizzonte delle conoscenze in campo artistico e archeologico. In particolare, la diffusione dell’impiego della spettroscopia per quanto riguarda opere d’arte e manufatti ha consentito di acquisire importanti e fondamentali contributi sui materiali, nonchè sul modo di lavorare di artisti ed artigiani, migliorando notevolmente le tecniche di conservazione e restauro.

E proprio alla spettroscopia Raman, una tecnica di indagine che ha trovato fertile terreno di coltura presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che vanta uno dei più qualificati gruppi di ricerca operanti nell’ambito della conservazione e del restauro di materiali artistici ed archeologici, sarà dedicato l’appuntamento scientifico che da mercoledì 5 a sabato 8 settembre 2007 porterà a Modena noti studiosi e i maggiori esperti internazionali di arte.

L’evento, che coincide con la quarta “Conferenza internazionale sulla applicazione della Spettroscopia Raman nell’Arte e nell’Archeologia” e che annovera tra i promotori e gli organizzatori il prof. Pietro Baraldi ed il prof. Marco Sola, Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Ateneo emiliano, si svolgerà presso il Palazzo Ducale (Accademia Militare).
A tenerla a battesimo saranno alle ore 9.00 il Comandante dell’Accademia Militare di Modena Gen. Francesco Tarricone, il Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Gian Carlo Pellacani, il Sindaco di Modena prof. Giorgio Pighi ed il Direttore del Dipartimento di Fisica di Modena prof. Marco Sola.

L’effetto Raman, che deriva il nome dal suo scopritore, il fisico indiano Premio Nobel Chandrasekhara Venkata Raman, può fornire informazioni sulla composizione chimica, la struttura molecolare, le interazioni intermolecolari di un oggetto grazie all’analisi dello spostamento della luce assorbita dal campione
Una parte delle ricerche, che saranno presentate, riguarderà specificamente l’elaborazione di nuove tecniche e strumentazioni per l’applicazione della spettroscopia Raman a reperti più problematici, come i tessuti policromi, la carta e le pietre preziose verso le quali si è indirizzata con successo l’attività di lavoro e di studio dei ricercatori e docenti dell’Ateneo modenese-reggiano.

Nelle varie giornate del convegno saranno ospitati i rappresentanti delle più prestigiose istituzioni accademiche e museali, come il Metropolitan Museum of Art di New York, lo Harvard University Art Museum, il Museo del Louvre, il British Museum, il museo di Storia Naturale di Parigi, l’Istituto centrale per la Patologia del Libro di Roma e di molte Università di Paesi stranieri, quali il Sudafrica, l’Australia, la Slovenia, il Brasile, oltre che di tante città italiane, dove questa tecnica ha trovato spazio e rappresenta ormai un sistema diffuso di indagine per il controllo dello stato di salute delle opere d’arte e dei reperti archeologici.

La conclusione dei lavori, che coincide con un’ultima conferenza plenaria e la consegna dei premi per le migliori ricerche portate avanti in questo campo d’indagine, prevista per venerdì 7 settembre alle ore 16,30, si terrà nella suggestiva cornice della Rocca di Vignola, dove seguirà un concerto alla sera, alle ore 21.00, del Coro “Tomas Luis de Victoria”.
















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