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Un nuovo approccio terapeutico per la BPCO

Un ricercatore italiano ed uno olandese, i proff. Leonardo Fabbri e Klaus Robe propongono di rivedere le linee guida di cura della broncopneumopatia (BPCO). Spostando l’attenzione sulle co-morbità croniche associate alla diffusa malattia i due studiosi propongono di accompagnare ad esso il termine Sindrome Infiammatoria Sistemica Cronica (CSIS).

Incompleta e non esauriente appare la comune definizione scientifica per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Il prof. Leonardo Fabbri, Direttore della Struttura complessa di Pneumologia e Malattie dell’apparato respiratorio afferente al Dipartimento di Oncologia, Ematologia e Pneumologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena ed il suo collega olandese prof. Klaus Rabe del Leiden University Medical Center propongono di aggiungere alla classica definizione scientifica di BPCO il termine Sindrome Infiammatoria Sistemica Cronica – Chronic Systemic Inflammatory Syndrome (CSIS). E lo fanno argomentando esaurientemente e in modo documentato il proprio punto di vista che ha ricevuto il prestigioso avallo della rivista inglese Lancet, che nel suo ultimo numero ospita un lungo articolo dei due autori a sostegno della nuova prospettiva entro la quale deve essere inquadrata la malattia.

“La broncopneumopatia cronica ostruttiva, BPCO (Chronic Obstructive Pulmonary Disease, COPD in inglese) – chiariscono il prof. Leonardo Fabbri ed il prof. Klaus Rabe – non può più essere considerata solo una malattia polmonare. Proponiamo di aggiungere il termine Sindrome infiammatoria Sistemica Cronica, Chronic Systemic Inflammatory Syndrome, CSIS alla diagnosi di BPCO al fine di stimolare attenzione e discussione alle frequenti co-morbidità croniche che spesso accompagnano la BPCO e, comunque, di attrarre l’attenzione generale sulle malattie croniche”.

Le più frequenti co-morbidità croniche della BPCO, infatti, sono le alterazioni della muscolatura scheletrica, inclusi i muscoli respiratori, l’ipertensione arteriosa, il diabete, le arteropatie coronarica e periferiche e lo scompenso cardiaco, le malattie vascolari del polmone, le infezioni broncopolmonari ed i tumori. “Tali comorbità – spiegano i due ricercatori – influenzano pesantemente l’evoluzione della BPCO, al punto che i pazienti con BPCO in realtà muoiono e si aggravano più per comorbidità quali malattie cardiovascolari e tumori che per aggravamenti della stessa BPCO”.
Al fine di facilitare la diagnosi di Sindrome Infiammatoria Sistemica Cronica (CSIS) gli Autori propongono di rilevare almeno 3 dei seguenti 6 criteri: età inferiore a 40 anni; consumo di fumo inferiore a 10 pacchetto/anni; sintomi e/o alterazioni funzionali respiratorie compatibili con COPD; scompenso cardiaco cronico; sindrome metabolica ed aumento della proteina C-reattiva circolante come marcatore di infiammazione.

“Ai fini pratici – concludono Fabbri e Robe – le linee guida cliniche più influenti nel campo delle singole malattie croniche tendono ad ignorare o comunque sottovalutare il fatto che la maggior parte dei pazienti affetti con una delle più frequenti malattie croniche presentano molto spesso almeno una o più co-morbidità croniche. Questo significa che, in quanto ritagliate su esigenze per specialisti d’organo od apparato, esse non forniscono adeguate raccomandazioni per pazienti affetti da più di una malattia cronica. La nostra proposta di una terminologia più generale quale la Sindrome Infiammatoria Sistemica Cronica (CSIS) potrebbe aumentare l’attenzione al problema delle co-morbidità croniche e migliorare di conseguenza l’assistenza ai pazienti affetti da questa sindrome, in particolare se anziani. I clinici, quindi, non solo dovranno accettare di sforzarsi di riconoscere e farsi carico del problema e trattamento delle co-morbidità, ma gli stessi sistemi sanitari dovranno adeguarsi per fronteggiare l’emergenza costituita da questo problema”.
















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