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In mostra a Modena le figurine del sapere

Il telefono morse e lo scheletro del gatto, i Paesi dell’Europa e i segreti del cielo. Servivano per giocare, ma anche per imparare le figurine per ragazzi pubblicate dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, come testimonia la mostra “Figurine di sapere”, in programma dal 14 settembre (inaugurazione alle 17.30) al 21 ottobre al Museo della figurina di Modena.


Curata da Paola Basile e Maria Giovanna Battistini e realizzata con la Fondazione Cassa di Risparmio, la mostra si svolge nell’ambito del Festival filosofia sul sapere, in programma dal 14 al 16 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo (nei tre giorni della manifestazione la mostra resterà aperta dalle 9 alle 23, mentre in seguito si potrà visitare dal martedì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 18, ingresso gratuito).

Nelle sale di Palazzo Santa Margherita che conservano una delle più importanti collezioni al mondo di piccole stampe, con 500 mila esemplari che permettono di ripercorrere storia, costume, sport e passioni di 150 anni di storia, si potrà quindi scoprire la naturale vocazione didattico-enciclopedica delle figurine.Negli anni del boom economico e della lotta all’analfabetismo, infatti, numerose case editrici diffusero albi di carattere storico, scientifico, geografico, arricchiti da una straordinaria varietà iconografica e di contenuti.
Il catalogo della mostra, edito da Nuova Grafica, propone un ricco corredo di illustrazioni e testi di Roberto Farnè, professore di Didattica generale all’Università di Bologna, e Franco Dominianni, collezionista e prestatore dei materiali in mostra.

Aperto nel dicembre 2006 al terzo piano di Palazzo Santa Margherita, il Museo della figurina raccoglie le collezioni donate da Giuseppe Panini alla sua città e ne espone una significativa selezione in sei armadi, sei grandi album da sfogliare all’interno dei quali viene ripercorsa l’intera storia di questi piccoli oggetti da collezione. Ogni armadio, costituito da una copertina, due pannelli frontali e otto pannelli mobili laterali, corrisponde a un percorso preciso scandito da stampe e oggetti originali.

Il pubblico può così scoprire che la figurina è nata nella seconda metà dell’Ottocento come mezzo per reclamizzare negozi o prodotti, che alcuni dei suoi soggetti derivano dalle antiche stampe popolari, che tra le più belle ci sono quelle che pubblicizzano l’estratto di carne o le barrette di cioccolato, che nei pacchetti di sigarette si potevano trovare eleganti cartoncini con foto di attori e consigli per il giardinaggio. Ma anche che un secolo fa era di moda personalizzare i menu per le grandi cene, che una cartina di arance ha la dignità di “figurare” all’interno di un museo e, che, infine, queste piccole stampe hanno unito i continenti più lontani in una singolare enciclopedia del sapere per immagini.
















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