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E’ morto il regista Michelangelo Antonioni

E morto il regista Michelangelo Antonioni, nato a Ferrara il 29 settembre del 1912. Il celebre regista si e’ spento ieri sera intorno alle 20 a Roma. I funerali si terranno giovedi’ nella ‘sua’ Ferrara.


Domani in Campidoglio, a Roma, sara’ allestita la camera ardente.

Laureatosi a Bologna in economia e commercio, inizio’ a lavorare come critico cinematografico al Corriere padano e a Cinema prima di trasferirsi a Roma dove frequenta il Centro sperimentale, collaborando anche con Rossellini.

Arriva al cinema dopo lunghe e significative esperienze negli anni ’50 e più di altri quindi si trova ad essere testimone del passaggio da un’epoca ad un’altra.
Antonioni, spesso definito come regista borghese e autore della crisi, dopo aver collaborato alla sceneggiatura di “Un pilota ritorna” (1942) di Rossellini e lavorato come aiuto-regista per Marcel Carné, dirige “Gente del Po” (1943-1947) il suo primo documentario. Il suo lungometraggio di esordio è “Cronaca di un amore” del 1950, acuta analisi d’una crisi di coppia. Seguono, tra gli altri, “La signora senza camelie” (1952) e “Le amiche” (1955), angosciata lettura del bel racconto “Tra donne sole” di Cesare Pavese.

La rottura con il neorealismo si evidenzia ne “Il grido” (1954), che sposta dall’ambiente borghese a quello proletario le tematiche del malessere esistenziale, eleggendo a protagonista un operaio che spegne nel sucidio la pena della conclusione di una lunga relazione sentimentale.

Il percorso di Michelangelo Antonioni procede spedito sulla via d’un deciso rinnovamento, sia linguistico che nei contenuti: “L’avventura” (1960), “La notte” (1961), “L’eclisse” (1962), “Deserto rosso” (1964), pongono personaggi femminili al centro di storie segnate dalla perdita e dallo sgomento.


Nel 1967 si trasferisce in Inghilterra per girare “Blow-up”, poi è la volta di “Zabriskie Point” (1969), in cui sottolinea il carattere di una civiltà dominata da consumismo e repressione, destinata all’autodistruzione. Il film fu avversato da molti, ma questo non distolse Antonioni dal continuare il suo percorso, in cui cercava di inserire i suoi personaggi nella realtà contemporanea, osservata il più possibile in contesti differenti. Con queste intenzioni fu concepito “Chung kuo, Cina” (1972), un viaggio – lungo più di 4 ore – attraverso la Cina di Mao Tse Tung, e “Professione reporter” (1974, con Jack Nicholson), attenta riflessione sui rapporti tra Occidente e Terzo Mondo, nella cui conclusione si ritrovano i segni dell’antica maestria del regista.


Le sue ultime fatiche sono state “Al di là delle nuvole” del 1994 (con Kim Rossi Stuart, Ines Sastre e Sophie Marceau), diretto insieme a Wim Wenders, e “Eros” (2004), diviso in tre capitoli diretti da Antonioni, Wong Kar-Wai e Steven Soderbergh.
















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