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Facchinaggio: Confcooperative e Cisl Modena

“Ci sono voluti dieci anni, ma adesso che abbiamo le regole si tratta di farle rispettare”. Lo afferma il presidente di Federlavoro e Servizi di Confcooperative Modena Francesca Ferrari in riferimento al protocollo d’intesa per il miglioramento dei livelli di prevenzione e sicurezza negli appalti di facchinaggio e servizi, firmato ieri.

Ferrari sottolinea che a Modena esiste dal 1997 un osservatorio provinciale sulle attività di facchinaggio costituito presso la Direzione provinciale del lavoro. Oltre alla consistenza numerica del settore, tale organismo ha analizzato i regolamenti interni di oltre cento cooperative e stilato le linee guida da seguire negli appalti di facchinaggio e movimentazione merci.
“Non è stato facile in questi anni coinvolgere tutte le parti sociali e condividere i dati. Per questo la firma del protocollo sulla sicurezza rappresenta un grande risultato che si inserisce nella scia tracciata dall’osservatorio – dichiara la dirigente di Confcooperative Modena – Ultimamente le nostre cooperative hanno perso quote di mercato perché nel settore modenese della movimentazione merci e logistica integrata ci sono imprese che agiscono al di fuori della legalità. Ora che abbiamo messo a punto i requisiti necessari, dobbiamo verificarne la rigorosa applicazione, che risulterà tanto più efficace quanto più gli enti preposti ai controlli saranno coordinati tra loro. L’obiettivo è mettere le imprese regolari in condizione di lavorare al meglio. Per parte nostra ci facciamo carico di diffondere il protocollo tra le nostre associate, non solo tra le cooperative di facchinaggio e servizi, ma anche tra i committenti, senza il cui coinvolgimento attivo – conclude Francesca Ferrari – il protocollo rischia di rimanere lettera morta”.

È positivo il giudizio della Cisl modenese sul protocollo d’intesa per il miglioramento dei livelli di prevenzione e sicurezza negli appalti di facchinaggio, firmato ieri in Provincia.
“Si tratta di un primo importante risultato che conclude un confronto tra le parti sociali e istituzionali durato oltre un anno e mezzo – commenta Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl – Ora dobbiamo far conoscere il protocollo ai diretti interessati, cioè agli appaltatori e committenti; un compito che spetta alle associazioni di categoria, dalla quali ci aspettiamo la massima collaborazione. Nello stesso tempo – prosegue Coscia – è necessario aumentare i controlli, specie nei settori più a rischio, come la lavorazione delle carni, per verificare che il protocollo sia realmente applicato e – conclude il segretario Cisl – cessino al più presto i gravi abusi che si commettono da troppo tempo”.
















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