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Moschee e scuole coraniche: dibattito in Consiglio Provinciale

“La Provincia pone la massima attenzione ai fenomeni devianti nell’ambito dell’immigrazione, sui quali impegniamo le forze di controllo del territorio, e ritengo che sia stato un episodio preoccupante e ai limiti della legalità lo svolgimento dell’incontro dell’ Islamic relief a Sassuolo nonostante la revoca dell’autorizzazione da parte del sindaco”.

E’ stata questa la risposta dell’assessore provinciale all’Immigrazione Gianni Cavicchioli alle tre interpellanze su immigrazione islamica e moschee presentate nei giorni scorsi al Consiglio provinciale di Modena da Alleanza nazionale e da Forza Italia: una, di An, a proposito della costruzione di una nuova moschea a Sassuolo proposta dai Ds; le altre due, presentate da Dante Mazzi e Claudia Severi (Forza Italia), sul tema dell’incontro a Sassuolo dell’associazione Islamic relief (“che diffonde messaggi contrari ai valori della nostra società” ha sostenuto la capogruppo Severi) e sul costante aumento di moschee e scuole coraniche che diventerebbero “zone franche per gli estremisti”.

L’assessore Cavicchioli ha premesso che “l’immigrazione è strutturale rispetto al nostro contesto economico e la nascita delle moschee fa parte della possibilità di professare la propria religione garantita dalla nostra Costituzione. Il resto rientra nell’ambito della deviazione illegale, come potrebbe essere lo spaccio di droga in una discoteca o in un locale pubblico. Il nostro impegno principale, anche dal punto di vista finanziario, è rivolto all’alfabetizzazione degli stranieri. Solo se fossero disponibili più risorse potremmo prendere in considerazione l’ipotesi di finanziare la costruzione di moschee”.

“Non si può paragonare una moschea a una discoteca – ha replicato Giorgio Barbieri (Lega Nord) – il confronto va fatto con una chiesa cattolica, dove non si insegna mai l’odio. Andiamo invece a vedere cosa insegnano nelle moschee”.

Secondo Cesare Falzoni (An) «”’assessore ha sviato il problema che è l’Islam non l’immigrazione. L’Islam che è religioso, sociale e politico, per cui la mosche diventa non solo luogo di culto ma di indottrinamento”.
Dello stesso parere anche Tomaso Tagliani (Udc) che ha affermato che “la sinistra italiana difende l’Islam e le moschee e permette che si dileggi e distrugga il cristianesimo. Nessuno è contro le moschee se vi si predica la pace, ma siamo sicuri che questo accada?”.
Per Luca Caselli (An) “la questione non è religiosa, ma sociale e di ordine pubblico. A Sassuolo ci sono solo immigrati nordafricani, e se non tutti sono criminali è certo che tutta la microcriminalità viene da loro e di questo passo a Sassuolo si svilupperanno tensioni sociali molto forti”.

Secondo Aldo Imperiale (Prc) “le chiese sono solo un problema urbanistico e di costi che vorrei fossero esclusivamente a carico dei credenti. I problemi dell’immigrazione sono sociali e di integrazione non di razza e di religione”.

Walter Telleri (Verdi) ha invitato a “valorizzare gli elementi positivi di una realtà complessa come l’integrazione, altrimenti da ogni fatto potremo ricavare in modo strumentale quello che ci conviene”.

“Da questa discussione sembra che essere favorevoli alla libertà religiosa equivalga a difendere dei criminali – ha affermato Giuseppe Vaccari (Ds-l’Ulivo) – mentre noi siamo i primi a essere preoccupati per la sicurezza come lo sono gli immigrati. L’Islam non è uno stampino”.

Claudia Severi (Forza Italia) ha replicato chiedendo: “Chi sa che la terra su cui viene costruita una moschea diventa territorio islamico? Non dobbiamo negare il rischio che deriva da certe scelte. Prima del dovere sacrosanto di accogliere l’ospite abbiamo quello di difendere i nostri cittadini”.
















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