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Diminuisce il carico dell’Ici sulle famiglie italiane: il massimo a Bologna

Per la prima volta da quanto l’imposta Ici è stata istituita, il conto quest’anno sarà più basso: si fermerà, in media, a 136,35 euro, circa 6 euro in meno del 2006 (-4,2%).

I calcoli sono stati fatti dalla Uil che – in vista dell’appuntamento per la prima rata di versamento, quest’anno anticipata al 18 giugno – ha elaborato il costo dell’imposta comunale sugli immobili in 104 città di capoluogo di provincia, dal massimo di Bologna, dove si sfiorano i 470 euro al minimo di Reggio Calabria (17,5 euro).
Per un’abitazione ‘civile’ che rientra nella categoria A/2 di 80 mq in una zona semiperiferica si pagheranno infatti in media 185,74 euro, mentre per un immobile ‘popolare’ (A/3) dello stesso genere, la tassa sarà in media di 86,96 euro.

Nel combinato disposto tra aliquote e detrazioni per l’abitazione principale, nel 2007, per il campione preso in considerazione, cioè una famiglia composta da due lavoratori dipendenti, con due figli a carico, un’unica abitazione di proprietà di 80 mq ed un reddito annuo lordo totale di 36.000
euro, l’Ici sulla prima casa diminuisce in 36 città mentre aumenta in 3 città (Prato, Rimini, Foggia).

Nel 2007 soltanto un città infatti ha aumentato l’aliquota per la prima casa (Pesaro +0,3 per mille, innalzando però di 13 euro la detrazione per la prima casa), mentre 30 città l’hanno diminuita (tra cui Milano, Trieste, Roma, Napoli, Bari, Catanzaro, e Cagliari). L’aliquota media applicata quest’anno per l’abitazione è scesa così al 4,98 per mille, contro il 5,11 per mille nel 2006. Solo tre città (Carrara, Taranto ed Enna) applicano l’aliquota massima del 7 per mille.

Ma il calcolo Ici sulla prima casa – ricorda ancora la Uil – è legato anche all’importo da portare in detrazione. Nel 2007 otto città lo hanno innalzato (tra cui Firenze e Torino), mentre due (Foggia e Prato), lo hanno abbassato.

Volendo stilare una sorta di classifica, sono le città del Nord a costare di più. Bologna è la più cara d’Italia con un’Ici media sulla prima abitazione di 468,50 euro; seguono Roma 407,95 euro; Firenze 395,05 euro; Milano 393 euro. La mano dei Comuni è invece decisamente più leggera in molte città del Centro-Sud come a Messina (31,5 euro), Teramo (27,5 euro), Lecce (18,47 euro), Reggio Calabria (17,5 euro).

Di fronte alle proposte di modifica del calcolo dell’Ici, la Uil chiede dunque al governo di fare attenzione affinchè ”la caratteristica con cui individuare gli eventuali beneficiari degli sgravi riguardi prima di tutto la ricchezza reale delle persone e non solo quella formale dichiarata. In sostanza le detrazioni per l’Ici sull’abitazione principale non dovranno essere distribuite a pioggia o con criteri che rischiano di premiare i soliti noti, ma con interventi selettivi a favore soprattutto dei proprietari dell’unica casa che abbiano un reddito derivante da lavoro dipendente e da pensione”.
Ecco una tabella con le prima 10 città con il gettito pro-capite più alto e quelle con il gettito più basso.
















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