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Reggio E.: il Centro recupero fauna selvatica ‘Croce Alata’

Ospitalità, cure e rieducazione sono d’obbligo, quando si tratta di volatili. Al centro di recupero della fauna selvatica Croce Alata, aperto dalla Lipu a Reggio Emilia nel 2004, con la collaborazione del Comune, esperti e volontari hanno messo in campo il loro impegno, al punto da aver ricoverato, lo scorso anno, 1.220 volatili, dei quali 513 salvati e rimessi in libertà.

Intensa anche l’attività didattica e divulgativa, con 250 visitatori nelle domeniche di apertura del centro, sei classi scolastiche in visita, otto liberazioni pubbliche di animali guariti e 253 consulenze telefoniche.
Un centro di rilievo regionale, dato che il 37 per cento dei ricoveri di volatili malati o feriti proviene da altre province emiliane e il 2 per cento da altre regioni (oggi si è registrato il ricovero di un Balestruccio rimasto ferito nel Cremonese.

Considerata la valenza regionale del Centro Lipu – aperto in piena città, negli spazi dell’ex Polveriera di via Terrachini, grazie a una convenzione con il Comune e la Provincia di Reggio – stamattina i gestori del Centro e l’assessore comunale all’Ambiente Pinuccia Montanari hanno fatto il punto sull’attività 2006 alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente, Lino Zanichelli. Per la Lipu era presente Mercedes Lombardo, responsabile di Croce Alata e due veterinari attivi nel Centro, Elio Talami e Stefano Figurella.

“La forte crescita antropica nella nostra regione – ha detto l’assessore Zanichelli – a volte può costituire una minaccia per le presenze autoctone della flora e della fauna. Centri come questo di Reggio Emilia sono strumenti validi per tutelare la straordinaria ricchezza della biodiversità. Non a caso la collaborazione fra Regione Emilia Romagna e Lipu per le aree protette e naturalistiche è rilevante. Qui a Reggio alla cura degli animali si associano didattica e divulgazione: un altro aspetto importante, rivolto in particolare alle giovani generazioni, che sono sempre più sensibili alla conservazione dell’ambientale”.

Il centro Croce Alata è stato ampliato nel 2005 con la prima parte del Parco di riabilitazione e didattica Abracadabra, completato lo scorso anno con l’allestimento di sette voliere destinate a esemplari irrecuperabili e della Casa del Kako, in muratura e materiali naturali, che ospita scuole e gruppi in visita. Educare a un rapporto corretto con l’ambiente e la natura tramite la conoscenza diretta degli animali selvatici è l’altro, non secondario, obiettivo del centro, nel quale Lipu propone visite guidate, proposte didattiche specifiche per le scuole e possibilità di incontri su temi concordati con gruppi e associazioni.

“Negli ultimi due anni e mezzo – ha detto l’assessore Montanari – è cresciuto l’impegno del centro nella didattica con l’attività della Casa del Kako. L’esperienza del centro Croce Alata e di Abracadabra è anche un esempio di recupero e utilizzo di una zona in piena città destinata al degrado: ora questo luogo è rigenerato”.

Mercedes Lombardo e i veterinari Talami e Figurella hanno ricordato che un altro 37 per cento degli animali feriti o ammalati portati al Centro proviene dal comune di Reggio e un altro 24 per cento dalla provincia, soprattutto dalla pianura. Le principali specie ricoverate sono rapaci (22 per cento), passeriformi (23 per cento), Columbidi (15 per cento) e corvidi (9 per cento). Fra le cause principali di malattia e ricovero dei volatili l’assenza di cure parentali (piccoli caduti dai nidi e abbandonati), l’impatto con ostacoli, intossicazione. Nelle voliere si possono ammirare civette, gufi, gheppi, poiane, paperi… fino ai più comuni merli e capinere.
















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