Ascomfarma, l’associazione delle farmacie aderenti ad Ascom, boccia l’emendamento approvato alla Camera che consente la vendita dei medicinali di classe C nei supermercati e nelle parafarmacie.
Le ragioni del nostro netto dissenso poggiano su considerazioni di carattere sanitario e di difesa del servizio farmaceutico italiano, da sempre considerato uno dei migliori d’Europa.
I farmaci di classe C, dispensati dietro presentazione di ricetta medica, sono in modo prevalente, stupefacenti, psicofarmaci, antidepressivi, ansiolitici e dopanti, quindi di impiego estremamente delicato ed alto rischio.
Ci chiediamo: a chi giova la liberalizzazione di questi medicinali?
Lo stesso ministro della Salute Livia Turco, in una sua dichiarazione, precisa che : “Fare uscire
dalla farmacia la vendita di questi medicinali vuol dire non comprendere il sistema di garanzie che viene oggi assicurato da tali esercizi, un sistema che non è caratterizzato dalla sola presenza di un farmacista ma da un fitto, collaudato e continuo scambio di informazioni tra i professionisti che operano in farmacia, le autorità preposte all’autorizzazione ed alla sorveglianza dei farmaci e le autorità sanitarie regionali e locali preposte alla sorveglianza degli esercizi medesimi”.
Ascomfarma sottolinea l’importanza di valutare a fondo gli effetti di questo provvedimento che, se passasse al Senato, non avrebbe ugual liberalizzazione in Europa e nel mondo.
Da sempre, infatti, la farmacia si identifica come presidio sul territorio per la tutela ed il controllo della salute pubblica dove il farmaco viene dispensato come un bene di salute e non di consumo. Che senso ha, altrimenti, parlare di farmaco vigilanza, di contenimento della spesa farmaceutica, di servizi alla salute dei cittadini quando l’intento di questo emendamento, voluto dal Ministro Bersani, appare quello di smantellare, sistematicamente, la farmacia italiana, spogliandola di ciò che le é proprio, – il farmaco ?
(Ascomfarma Bologna)
