“L’aeroporto di Reggio Emilia è una infrastruttura nata e pensata negli anni Ottanta, figlia di una stagione politica che ha prodotto il moltiplicarsi di strutture simili – dalle Fiere agli scali aerei – in ogni città dell’Emilia Romagna”. Così gli assessori Gobbi (Provincia) e Spadoni (Comune).
“Da allora ad oggi, tanto è cambiato, come dimostra il ragionamento complessivo che la Regione sta compiendo proprio a proposito di tutte le Fiere, ma anche dei diversi aeroporti: su come sostenere il ruolo del “Marconi” di Bologna, su quale possibile sinergia, ma anche razionalizzazione, attivare con gli scali di Parma, Rimini e Forlì che pure ospitano voli di linea nazionali e internazionali.
Perché tra le tante cose che sono successe dagli anni Ottanta a oggi, c’è certamente anche il fatto che la vicina Parma – col tempo – abbia saputo realizzare una struttura indubbiamente più operativa di quella di Reggio. Ma questo non necessariamente significa che per Parma si tratti di un successo e che per Reggio rappresenti una sconfitta, tanto più per la classe politica.
Non è un successo per Parma proprio per le possibili conseguenze che l’indispensabile razionalizzazione al vaglio della Regione potrebbe avere, ma anche per i diversi milioni di perdite che ogni anno il “Verdi” registra. E qui sta il punto. A Parma si vola e a Reggio no – ammesso che ciò sia un successo per la città ducale – anche se non soprattutto perché i privati, da Barilla a Tanzi, nell’aeroporto hanno creduto e sull’aeroporto hanno investito ingenti somme.
A Reggio il sistema pubblico-privato si è posto altri obiettivi. Il pubblico da parte sua avendo sostenuto con notevoli mezzi la Società la sua parte l’ha fatta e dopo 15 anni di lavori l’infrastruttura è pronta. In tutto questo tempo nessun privato si è fatto avanti né per entrare in società né per offrire servizi credibili e permanenti. A questa assenza riteniamo sia da addebitare principalmente il mancato decollo del nostro aeroporto. Non si tratta nemmeno di colpevolizzare i privati, quanto di prendere atto che – considerati i tempi di percorrenza verso Bologna e Milano (minori che dal centro di Londra agli aeroporti londinesi) e le difficoltà che perfino grandi città italiane hanno incontrato nel mantenere operativi i propri scali – a Reggio questa infrastruttura non ha al momento prospettive di rilancio.
Crediamo, inoltre, che i soldi dei cittadini vadano utilizzati bene e che anche i conti pubblici debbano tornare. E, soprattutto, che le spese vadano sostenute per operazioni davvero in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. Il volare direttamente a Parigi da Reggio – e non dalla comunque vicina Bologna, o eventualmente, proprio da Parma – non è evidentemente una priorità per la maggioranza dei reggiani, mondo economico in testa.
Dunque, già da tempo, l’aeroporto non rappresenta uno degli obiettivi strategici del nostro territorio, che ha invece puntato e investito con decisione su un’altra mobilità, quella su ferro, nella convinzione che il treno – dall’Alta velocità alle metropolitane di superficie (quella locale utilizzando le linee Act, quella regionale sfruttando la linea storica Fs una volta partita il Tav) – rappresenti una risposta più efficace alle esigenze di spostamento veloce dei reggiani. Anche perché, oggi, a livello mondiale i treni ad alta velocità sono decisamente competitivi con gli aerei.
Ciò non significa, ovviamente, voler cancellare la storia che l’aeroporto porta con sé o ritenere sprecati i soldi pubblici nel tempo investiti sulla struttura. Anzi, vogliamo ringraziare tutti coloro che per anni hanno lavorato seriamente cercando di utilizzare al meglio i fondi ricevuti e valorizzando per quanto possibile l’attività del nostro aeroporto; ma crediamo che ora si debba prendere atto che la vocazione vera del nostro scalo è rivolta ad una aviazione amatoriale, oggi espressa dall’Aeroclub, e alla manutenzione a terra di elicotteri e veivoli. In questo quadro si inserisce la decisione degli Enti Pubblici di uscire dalla Società di gestione ma anche l’impegno a riorientare le politiche e gli impegni verso funzioni in cui Reggio possa davvero eccellere”.
(Luciano Gobbi, Assessore provinciale alla Mobilità sostenibile – Uberto M. Spadoni, Assessore comunale alle Attività Produttive e Turismo)