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Reggio E.: dal Cles l’incredibile mappa del lavoro sommerso

Sono dati sconcertanti quelli diffusi dal Comitato provinciale per il Lavoro Sommerso (CLES), presieduto dal direttore della Dpl Giulio Bertoni, che si è riunito nei giorni scorsi a Palazzo Allende per confrontarsi sulle attività ispettive svolte nel primo trimestre 2007 e sui problemi più urgenti da affrontare.


Che il lavoro nero si annidasse nel settore edile o nei laboratori tessili cinesi già lo sapevamo, ma i dati incrociati di Direzione provinciale del lavoro, Inps e Inail e Provincia hanno fatto emergere una realtà del tutto sommersa che riguarda non solo i cantieri edili ma anche esercizi commerciali come bar, pizzerie, phonecenter, ristoranti, tutti luoghi dove si fanno lavorare 14enni, (su 36 esercizi ispezionati 3 utilizzavano minori), o che si reggono su forza lavoro totalmente sconosciuta ad Inps e Inail, o irregolare: 246 i lavoratori fantasma scoperti dalla Direzione provinciale del lavoro su 480 aziende ispezionate, un terzo delle quali irregolare. Ma a questi bisogna aggiungere i dati Inps che parlano di 89 aziende irregolari e 33 in nero su 117 ispezionate. Mentre i dati Inail ci dicono che su 70 aziende oggetto d’indagine 58 non sono in regola. Le statistiche riguardano solo i primi tre mesi del 2007 e dentro c’è davvero di tutto, cantieri, esercizi pubblici, artigianato, settore quest’ultimo davvero fuori controllo, dove oltre ad una crescita esponenziale delle ditte individuali, troviamo veri e propri prestanome o addirittura artigiani morti, mai cancellati dagli elenchi, che però emettevano fattura.
A tutto ciò occorre aggiungere poi che molte aziende private (ma ci sono anche enti pubblici) non rispettano gli obblighi della legge 68/99 sul collocamento mirato. Il servizio provinciale Collocamento mirato della Provincia ha accertato 924 “scoperture”, di cui 399 nel solo distretto di Reggio (dove pesa anche la pubblica amministrazione) e 123 nel distretto ceramico.

Il commento dell’assessore al Lavoro Gianluca Ferrari: “Quello che sta venendo alla luce – ha commentato l’assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari – è il lato oscuro del cosiddetto benessere reggiano fatto anche di illegalità, sfruttamento, disprezzo delle regole. Per troppi anni il mercato del lavoro locale è stato terra di nessuno, una giungla dove l’azzeramento dei terminali periferici dello stato, ma anche una scarsa consapevolezza o un’eccessiva superficialità da parte dei vertici politici, economici e sindacali del territorio, hanno favorito la crescita di un mercato spregiudicato e senza regole, che si è arricchito anche sulla pelle di chi lavora in nero e a salari stracciati, senza protezioni né sicurezze. L’elemento positivo in questo quadro certamente sconfortante, è che si è invertita la rotta. Ciò che è emerso in questi primi mesi di stretta collaborazione tra tutti gli Enti preposti a vigilare e a monitorare il territorio non è che la punta dell’iceberg, ma si tratta di un buon inizio.
La sinergia instaurata tra la Provincia di Reggio – che ha fatto della lotta al lavoro nero una sua priorità strategica – gli Enti locali, le forze ispettive e le forze sociali, è ormai una realtà di sistema, un’alleanza molto forte stretta per combattere un fenomeno che rischia di divorare da dentro l’intero sistema economico reggiano. Importante ora è che ognuno faccia la sua parte e faccia di più di quanto non abbia fatto in passato, poiché solo così si potrà restituire valore al lavoro, che si è molto deteriorato, determinando con ciò anche l’abbruttimento della società nel suo complesso. Siamo solo agli inizi e siamo consapevoli che ci aspettano molte difficoltà, ma la volontà politica c’è e già sta dando i primi frutti”.

Un ulteriore segnale in questa direzione arriva dall’istituzione (prevista in concomitanza della prossima seduta del CLES) della CELI, (Commissione per l’emersione del lavoro irregolare) che è presieduta dalla Provincia e vede tra i suoi componenti anche la Camera di Commercio.
















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