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Piastrelle di ceramica: produzione stabile, rialzo dei prezzi

L’industria italiana delle piastrelle di ceramica registra una sostanziale stabilità nelle quantità prodotte, mentre le vendite, nel corso del 2006, sono in lieve aumento. Il rialzo dei prezzi medi, sia sul mercato interno che su quelli internazionali, viene eroso dall’aumento nei costi dei fattori produttivi, soprattutto energia e trasporti.

Il censimento dell’internazionalizzazione produttiva evidenzia 114,8 milioni di metri quadrati prodotti ed un fatturato di 875,9 milioni di euro.
Sono queste alcune delle evidenze che emergono dalla 27.a Indagine Statistica Nazionale sull’Industria Italiana delle piastrelle di ceramica, presentata oggi in occasione dell’Assemblea dell’Associazione.

La struttura del settore.
Al 31 dicembre 2006 erano attive in Italia 207 imprese, 18 in meno rispetto all’anno precedente, con una occupazione di 28.093, in calo di 991 unità (-3,41%). L’attività industriale avviene in 303 stabilimenti (14 unità in meno rispetto al 2005), dove sono attivi 671 forni (26 in meno rispetto a 12 mesi prima); nel corso del 2006 gli investimenti sono stati pari a 256 milioni di euro, in flessione dell’8,40% e con un’incidenza pari al 4,46% del fatturato, mentre nuovi piani di espansione precedentemente deliberati prevedono per il 2007 un valore complessivo di 331,7 milioni di euro (+29,57%).
Oggi la dimensione media di una azienda italiana produttrice di piastrelle di ceramica è di 135 addetti ed il numero di stabilimenti per ciascuna azienda è pari a 1,46.
La produzione in Italia.

Lo scorso hanno sono stati prodotti 568,6 milioni di metri quadrati, con una ulteriore flessione di 1,4 milioni di metri quadri, pari al –0,25%: il calo è il quinto consecutivo dal 2001 anche se rappresenta quello di minore intensità.
Relativamente ai prodotti, si conferma la leadership del gres porcellanato che, con 383,1 milioni di metri quadrati, copre ora il 67,38% dell’intera produzione, seguita dalle monocotture (20,50%) e dalla bicottura (8,34%). In termini strutturali, prosegue il trade off tra monocottura pasta bianca (-11,13%) e porcellanato smaltato (+4,42%), mentre si confermano ruolo ed importanza delle altre tipologie di prodotto con la sola eccezione del clinker che segna un +14,77%.
Tra le zone di produzione, la provincia di Modena e Reggio si conferma al 79,14% e le restanti province della Regione al 10,77%. Di interesse, infine, il confermarsi dei volumi di attività diretta (piastrelle prodotte e vendute con il marchio del produttore ceramico) e la lieve flessione, nell’ordine del –2,57%, dell’attività conto terzi.

Fatturato e vendite di imprese operanti in Italia.
Le quantità vendute nel corso del 2006 sono risultate essere pari a 566,3 milioni di metri quadrati, con una crescita del +1,07%. Le vendite tramite attività diretta sono aumentate del +1,15% e pari all’ 85,2% del totale, il materiale commercializzato da imprese ceramiche fatto però produrre da altre imprese ceramiche italiane ora è al 9,27% (in crescita del +14,7%), mentre le società commerciali intermediano il 4,9% del totale, con una contrazione percentuale nell’ordine del 16,22%.
In termini di mercati di destinazione, i 170,5 milioni di metri quadrati venduti in Italia (+0,29%) corrispondono al 30,11% del totale; i 395,8 milioni di metri quadrati esportati, in crescita del +1,41%, danno origine al 69,89% delle vendite.
Relativamente al fatturato, è bene rilevare come a fine 2006 l’industria italiana delle piastrelle di ceramica abbia raggiunto i 5.741,6 milioni di euro, in crescita dello +6,87%. In termini di valori assoluti, il fatturato Italia è risultato pari a 1.583,2 milioni di euro (+4,95%), mente quello all’esportazione è stato risultato pari a 4.158,3 milioni di euro (+7,62%).
Mentre il mercato italiano si conferma nei volumi (+0,29%), per quanto riguarda i mercati esteri di sbocco nel 2006, l’area che presenta una dinamica più interessante è quella baltica dove tutti i paesi mostrano dinamiche positive, con incrementi compresi tra il +2,05% della Finlandia ed il +26,84% della Lettonia. Rimangono positive Grecia (+4,13%) e Francia (+1,86%), mentre flettono Germania (-3,63%) e arcipelago britannico (oltre il -3% in media). Difficoltà nelle vendite anche nella Penisola iberica (-0,5%).
Per quanto riguarda i mercati extracomunitari (nel complesso +3,19%), alle positive evidenze della Russia (+13,78%) si affianca il dato delle vendite verso l’Asia (+2,58%) e l’Africa (+10,24%), mentre Stati Uniti (-1,35%) e Australia/Oceania (-9,07%) mostrano dinamiche calanti, complici la forte concorrenza dei produttori del Far East e la crisi del settore immobiliare statunitense.
La crescita del +5,74% prezzo medio – frutto di un +4,65% in Italia e di un +6,12% estero – risponde ad un miglioramento nel mix dell’offerta, ma anche ad una risposta ai crescenti costi – soprattutto del gas metano e delle materie prime. Dunque, solo in parte e probabilmente non per tutte le imprese si potrà assistere ad un miglioramento nei margini reddituali.
Internazionalizzazione.
Al 31 dicembre 2006 sono operative 18 società di diritto estero controllate o partecipate da 9 gruppi ceramici italiani, nelle quali l’occupazione raggiunge i 6.478 dipendenti (+56,7% rispetto alla precedente rilevazione). Tale espansione è dovuta all’ingresso nel perimetro di consolidamento di una azienda ceramica statunitense acquisita a febbraio e alla razionalizzazione e potenziamento delle fabbriche esistenti.
La produzione italiana di matrice estera è stata pari a 114,8 milioni di metri quadrati (+13,51%). In dettaglio sono stati prodotti 42,1 milioni di monocottura (+3,92%), il gres porcellanato smaltato ha raggiunto 35,5 milioni (+18,06%), il gres porcellanato non smaltato supera i 14 milioni di metri quadrati (+31,72%) e la bicottura arriva a 13,1 milioni (+7,73%), mentre la categoria “altri prodotti” ha realizzato 10,1 milioni di metri quadrati (+29,95%).
Il 74,39% della produzione avviene in paesi europei (-1,6%), la restante parte negli Stati Uniti. Le vendite sono pari a 116,5 milioni di mq e hanno generato un fatturato complessivo di 875,9 milioni di Euro (+25,38%).
















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