Il cuore della donna risente più di quello dell’uomo del dolore di una perdita, come la morte di un figlio. L’infarto da forte stress emotivo è un’esclusività femminile, come hanno la sindrome di Takotsubo, cioè la formazione e il restringimento del cuore a forma di anfora o di clessidra.
A studiare questi fenomeni è Maria Grazia Modena, direttore della cattedra di Cardiologia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ed ex presidente della Società italiana di Cardiologia. Nella “Clinica delle donne” sorta nel ’96 a Modena, un equipe di medici sta approntando un registro sulle malattie cardiologiche femminili, da cui emerge che il maggior fattore di rischio cardiovascolare delle donne è la mancata consapevolezza di essere a rischio come o più dell’uomo.
“La donna – ha affermato Modena, nel corso del convegno ‘Un giorno dedicato alla salute della donna’, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità – è ancora troppo sottovalutata quando è affetta da malattia coronarica”.
Eppure in Italia ogni anno muoiono per problemi cardiovascolari circa 120.000 donne e “nonostante questa evidenza, si tende a consoliderare ancora le malattie cardiovascolari specifiche del sesso maschile”. Negli Usa le malattie cardiache e l’ictus cerebrale uccidono più di 500.000 donne l’anno, pari al 41,3% delle morti complessive tra il sesso femminile, tre volte di più di tutti i tipi di cancro messi assieme.
L’infarto e quindi una malattia comune ai due sessi, quello che è differente sono le cause e le manifestazioni.