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Agricoltura: dalla lotta guidata alla produzione integrata

Un sistema produttivo che in Emilia-Romagna in un trentennio ha coinvolto istituzioni, università, ricercatori, tecnici e agricoltori e che ha modificato profondamente il rapporto tra produzione agricola, ambiente e consumatore.

Questo in, sintesi, l’esito del percorso che dalla metà degli anni ’70, con l’avvio della lotta guidata per la riduzione e la razionalizzazione dell’impiego dei prodotti chimici nella difesa fitosanitaria, ha portato all’adozione di tecniche rispettose della salute dei produttori e dei consumatori e alla riduzione dell’impatto ambientale su oltre 142 mila ettari, circa il 20 per cento dell’intera superficie agricola emiliano – romagnola (il 60-65% della superficie ortofrutticola), interessando 71 colture agricole e quasi 17 mila aziende agricole.

Un percorso ancora in evoluzione, ricordato stamani con un convegno ed una tavola rotonda sulle prospettive della produzione integrata alla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che con quella di Piacenza fu uno degli incubatori scientifici della ricerca e della sperimentazione.
Un incontro concluso dal ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro, che ha consegnato a Giorgio Ceredi, assessore regionale all’Agricoltura dal 1977 al 1990, un riconoscimento per aver saputo, con i suoi collaboratori, suscitare prima e portare a compimento poi un disegno di politica agraria fortemente innovativo, come ha affermato Vasco Errani, presidente della Regione, in una lettera a Ceredi fatta pervenire durante i lavori.

I risultati della produzione integrata parlano chiaro. Per citarne alcuni, una riduzione media dal 20 al 35% , con punte fino al 90-95% dell’impiego di prodotti fitosanitari ad elevata e media tossicità; un calo medio di fertilizzanti del 30-35%, con un minore rilascio nelle falde acquifere del 40% circa per l’azoto e del 60% per il fosforo; una larga parte di ortofrutta emiliano-romagnola (l’80% della produzione esitata dalle Organizzazioni dei produttori, che incidono per il 75% sul totale produttivo della regione) commercializzata con certificazione o garantita da protocolli privati.

Nel sottolineare questi ed altri dati, l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni ha sostenuto che il tutto è frutto “di una agricoltura intelligente che, senza rinunciare alla produttività ed alla qualità, si pone in sintonia con aspettative indispensabili di salubrità del territorio, delle produzioni agricole ed alimentari, dei consumatori e degli operatori agricoli. È un’agricoltura moderna perché fondata sul sapere e sul rispetto delle persone”.

“Alla luce dei risultati ottenuti, credo di poter affermare che la Regione – ha concluso Rabboni – pur ridimensionando il proprio intervento sulle aziende agricole in termini di incentivi diretti, manterrà il proprio impegno per lo sviluppo della produzione integrata e per concorrere al varo di un nuovo quadro normativo europeo e nazionale funzionale alla valorizzazione sui mercati delle migliori produzioni dell’Emilia-Romagna”.
















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