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Legambiente su parcheggio Parco Matildico di Montalto

“Continua la strana vicenda del Parco Matildico di Montalto a Vezzano – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio – buona idea realizzata però male, anzi molto male, vista la prima ordinanza di demolizione di molte delle opere interne del 5 gennaio scorso a cui si aggiunge una seconda ordinanza del Comune del 15 maggio (la numero 33/2007)”.

‘Ordinanza di demolizione opere abusive realizzate all’esterno del Parco Matildico di Montalto, via Lolli a Vezzano sul Crostolo, sui terreni censiti al catasto terreni di questo comune al foglio 39 mapplai 173 e 174’.
Come si legge dall’ordinanza il parcheggio di fronte all’ingresso principale del Parco era già stato oggetto di sequestro e ripristino con ordinanza n. 97 del 2001 in quanto erano stati eseguiti sbancamenti di terreno e livellamenti di un’area boschiva popolata da specie forestali arboree (roverella, acero campestre, olmo montano, frassino, sorbo degli uccellatori) ed arbustive per una superficie di circa 4.000 metri quadrati per creare il parcheggio del parco stesso. L’ordinanza di allora fu rispettata, con ripristino dei luoghi e ripiantumazione, ma nonostante il tutto il lupo perde il pelo ma non il vizio, come diceva un vecchio detto, tanto che oggi basta recarsi sul luogo per vedere un parcheggio con tanto di ghiaia appena messa, onde evitare che i clienti debbano sporcarsi o impantanarsi con le autovetture se piove.
Grazie al lavoro della Polizia Municipale e del Corpo Forestale dello Stato è stato possibile arrivare a questa nuova ordinanza, che ha dell’incredibile – continua Massimo Becchi – visto che reitera un reato già oggetto di precedente ordinanza. Chi ha realizzato il Parco lo ha fatto ben sapendo che non aveva parcheggio di fatto in zona, con una viabilità assurda per una struttura di questo tipo, che insiste sulla s.p. 74 atta solo a sopportare il traffico locale, vista la larghezza e la pendenza. Certamente il titolare Benassi Marco è ormai degno del nostro premio “Attila” che di tanto in tanto assegnamo a coloro che si distinguono per reati in campo ambientale. Poche volte abbiamo visto una comportamento così disinvolto nei confronti dell’ambiente e incurante delle leggi, come se chi avesse i soldi potesse fare tutto ciò che vuole. L’ordinanza ordina il ripristino dei luoghi in 90 giorni e il divieto dell’uso dell’area in pendenza del titolo abilitativi, quest’ultima cosa da subito. E’ bastato recarsi domenica pomeriggio sul posto per vedere come il parcheggio fosse pieno e il titolare incurante dell’ordinanza”.

“E’ necessario – conclude Becchi – che la Procura dia una segnale forte per il ripristino della legalità e che si indaghi su eventuali coperture politiche locali che sembrano sempre più probabili”.
















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