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Filippi (FI) su incorporazione Capitalia in UniCredit

“E’ sempre più evidente il conflitto d’interessi tra grandi cooperative, Pci-Pds-Ds-Pd-Governo Prodi e mondo dell’alta finanza”. – Ad affermarlo attraverso un’interpellanza al presidente dell’Assemblea legislativa regionale, è il Consigliere regionale di Forza Italia Fabio Filippi.

I Cda di Capitalia e di UniCredit domenica scorsa hanno approvato il progetto di fusione dei due gruppi bancari. Capitalia è stata incorporata in UniCredit, è nato così il più grande blocco bancario italiano, secondo in Europa solo ad Hsbc. Il colosso bancario ha una capitalizzazione di 136 miliardi di euro.

“Guarda caso tra i protagonisti di questo ambiziosissimo progetto – sottolinea Filippi – c’è anche il navigato presidente della potente Coopsette, coop rossa leader nazionale nel settore delle costruzioni. Ma Donato Fontanesi non è presidente di una cooperativa che ha la mutualità e la socialità tra i principi di base?
Non ci risulta che le banche abbiano principi di mutualità e socialità ma semmai quelli di far fruttare il più possibile il denaro anche con operazioni altamente speculative.
Fontanesi è l’unico tra i presidenti delle grandi cooperative reggiane aderenti a Legacoop a non aver firmato il documento di riprovazione per l’operazione-tesoretto di Coopservice (speculazione finanziaria lussemburghese che la stessa Legacoop considera scorretta e indegna della mutualità cooperativa). Fontanesi è uomo forte dei DS, non solo locali, ma nazionali. La sua nomina, al di là del rispetto dovuto alle capacità manageriali, ai risultati ottenuti con Coopsette grazie anche agli appalti pubblici e alle relazioni con il centro-sinistra, smentisce clamorosamente le dichiarazioni di Profumo (noto elettore di Prodi alle primarie dell’Ulivo) sull’estraneità della politica all’operazione Unicredit-Capitalia, conferma invece l’esistenza di un intreccio senza precedetti tra economia, alta finanza e partiti di sinistra.
Non vorremmo sbagliarci ma i primi a complimentarsi per la nomina di Fontanesi saranno senz’altro stati Fassino e D’Alema, solidi punti di riferimento del presidente di Coopsette.
Anche sforzandoci, non riusciamo a trovare punti di contatto tra la mutualità cooperativistica di Coopsette e gli obbiettivi economico-finanziari del nuovo colosso bancario.
La realtà è che Coopsette, Coopservice e tutte le grosse coop si comportano come vere e proprie Società per Azioni, anche se rispetto ad una SpA hanno un rapporto ‘privilegiato’ con il fisco
Crediamo siano maturi i tempi per escludere dai benefici di legge e dalla erogazione delle previdenze tutti i soggetti associativi e cooperativi che abbiano manifestato comportamenti in violazione dei principi mutualistici e cooperativi.
Prima il caso Unipol-Bnl ora il caso Coopservice e Coopsette ci dimostrano che la mutualità prevista nell’articolo 45 della Costituzione non è più rispettata.
Questo intreccio non è più sopportabile dai lavoratori, da chi paga onestamente le tasse e non ha santi in paradiso. Non è sopportabile dal Paese nel suo complesso che non a caso nutre un disprezzo ed un’insofferenza senza precedenti verso questa politica e questo mal governo”.
















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