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Modena: Tfr, 3 lavoratori su 4 non hanno ancora deciso

Nei prossimi giorni partirà a Modena e provincia una massiccia campagna informativa sulla destinazione del Tfr (Trattamento di fine rapporto) rivolta ai circa 60 mila dipendenti delle oltre 15 mila imprese artigiane modenesi.

Lo annuncia la Cisl che, insieme a Cgil e Uil, ha appena sottoscritto un accordo (tecnicamente si chiama “verbale di incontro”) con Cna, Confartigianato-Lapam e Fam affinché sia fornita la più ampia informazione ai lavoratori attraverso assemblee, materiale e modulistica.

“Il tempo per decidere la destinazione del Tfr sta per scadere, mancano appena 45 giorni! – avverte Pasquale Coscia, componente della segreteria provinciale della Cisl – Entro il 30 giugno, infatti, i lavoratori dipendenti devono indicare alla propria azienda come vogliono utilizzare il Tfr maturando dal 1° gennaio 2007. In caso di silenzio-assenso, dal 1° luglio il Tfr inoptato viene automaticamente destinato al fondo di categoria. A oggi ci risulta che il 75 per cento dei lavoratori non abbia ancora deciso perché le informazioni spesso sono frammentarie o, peggio, contraddittorie. Per questo siamo impegnati a favorire la massima informazione affinché i lavoratori possano scegliere consapevolmente”.

Coscia ricorda che in tutta Italia sono circa dodici milioni i lavoratori dipendenti chiamati a decidere, ovvero tutti quelli che hanno diritto al Tfr.
Gli addetti delle aziende artigiane sono oltre un milione.
“Anche questi lavoratori hanno finalmente la possibilità di avvalersi della previdenza complementare. Infatti – informa il sindacalista della Cisl – pochi mesi fa è nato Artifond, il fondo negoziale a cui possono aderire tutti i lavoratori dipendenti di aziende artigiane (escluse le costruzioni). È a loro che ci rivolgiamo oggi, perché è più difficile raggiungerli e informarli essendo le imprese artigiane molto numerose e di piccole dimensioni (in media hanno 3,5 addetti)”.

Coscia spiega che ogni lavoratore, tanto più se giovane o occupato in lavori discontinui, deve preoccuparsi non solo di scegliere se mantenere il Tfr in azienda o destinarlo al fondo di previdenza complementare, ma soprattutto di acquisire una conoscenza più ampia del suo percorso previdenziale e di come costruirlo.
“È a queste domande che vogliamo rispondere con un piano di assemblee sul territorio e – conclude il segretario Cisl – con risposte individuali nelle nostre sedi sindacali e di patronato”.
















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