venerdì, 26 Aprile 2024
13 C
Comune di Sassuolo
HomeAmbientePiano sviluppo rurale: a Modena circa 90milioni di euro





Piano sviluppo rurale: a Modena circa 90milioni di euro

E’ di 90 milioni di euro la stima delle risorse che il Piano di sviluppo rurale dovrebbe portare all’agricoltura modenese nei prossimi sette anni, tra il 2007 e il 2013. E il 45 per cento sarebbe destinato ai territori montani. Le cifre sono emerse in occasione dell’incontro finale della fase di consultazione promossa dalla Provincia.

«Si tratta di risorse importanti e destinate a incidere profondamente sul futuro dell’agricoltura modenese» è il commento dell’assessore provinciale all’Agricoltura e alimentazione Graziano Poggioli che sottolinea l’efficacia della consultazione sviluppata in tutti i territori.

«La partecipazione è stata ricca – spiega Poggioli – da parte degli enti locali, delle rappresentanze del mondo agricolo, dei tecnici agricoli, degli agricoltori e allevatori, delle associazioni del biologico e dei consumatori, del commercio, dell’artigianato. Sono venute osservazioni e spunti di grande interesse che cercheremo di tradurre in indicazioni e scelte programmatiche. In particolare – aggiunge l’assessore – è stata denunciata la mancanza di reddito per le aziende, l’assenza di protagonismo nella fase di commercializzazione, la frammentazione della rappresentanza del mondo agricolo, la scarsa presenza dei giovani e una burocrazia e regole urbanistiche penalizzanti».

Sono stati quindi confermati i filoni conduttori del Piano rurale integrato provinciale in corso di definizione, il cosiddetto Prip, sui quali da tempo la Provincia sta lavorando. In particolare, la valorizzazione delle eccellenze del territorio, le produzioni tipiche, certificate, tradizionali e biologiche: Parmigiano-Reggiano, vini lambruschi, aceto balsamico tradizionale, prosciutto di Modena, pera, ciliegie di Vignola. E poi sviluppo della multifunzionalità dell’azienda agricola (agriturismi, fattorie didattiche), la biodiversità animale e vegetale, il recupero e la valorizzazione degli elementi tipici del paesaggio rurale.

«Il metodo – osserva Poggioli – è quello di lavorare con una progettazione concertata a livello territoriale, con diverse modalità di aggregazione della produzione diffusa, con sviluppo di filiera, compreso quelle corte che mettano sempre più nel ruolo di protagonisti gli agricoltori per raggiungere gli obiettivi di redditività per le aziende agricole, di miglioramento delle condizioni di vita, di aumento dell’occupazione nelle zone rurali, di una nuova agricoltura che si pone per la sua parte la soluzione dei grandi temi: cambiamento climatico, qualità dell’aria, dell’acqua, fertilità del suolo, energie da fonti rinnovabili».
















Ultime notizie