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Bologna: il Vicesindaco su Villa Salus

Trasmettiamo una dichiarazione della vicesindaco Adriana Scaramuzzino su Villa Salus.

“Ritornare sulla situazione di Villa Salus, dopo l’ampio risalto che la stampa cittadina ha riservato in questi due anni alla vicenda e dopo la
visita della delegazione numerosa di alcuni consiglieri del Consiglio comunale mi sembra inutile se l’obiettivo fosse quello di precisare, di
chiarire, di spiegare di convincere sulla condotta dell’Amministrazione comunale, tutto ho tentato, per quanto ne ero capace, nelle sedi
istituzionali e non. Allora in cosa si giustifica questo mio ulteriore intervento? E’ presto detto: mi sento di doverlo a tutti coloro che,
dipendenti comunali del Servizio Immigrati ed Operatori esterni, Associazioni di volontariato che hanno collaborato con il Comune, si sono
impegnati, credendoci, in un difficile tentativo di accogliere persone di altra cultura, con diverse abitudini, per noi difficilmente comprensibili
e profondamente estranee, accompagnandoli, da una condizione di precarietà verso il non facile percorso della integrazione nella nostra città e nella
nostra civiltà.
La memoria del più recente passato fa difetto, lascia spazio alla polemica politica, all’immediato interesse di uscire non sconfitti da uno scontro
dove da una parte vi è l’Amministrazione attuale e dimostrabili i risultati conseguiti e dall’altra quella passata e i problemi lasciati
irrisolti.
La precedente Amministrazione comunale che non ha risolto la “bomba” del “Ferrhotel” non credo lo abbia fatto volutamente per lasciare una gravosa eredità alla nostra Amministrazione, ritengo invece che abbia fatto il massimo possibile consentitogli dalla sua composizione politica, dai valori di solidarietà e di accoglienza posseduti al proprio interno.
I fatti: delle circa 300 persone presenti al “Ferrhotel” circa 180 sono state alloggiate dalla Amministrazione comunale a Villa Salus nel Marzo 2005, acquisendo la struttura precedentemente utilizzata per gli sfollati di San Savino, occupando tre piani di quell’enorme immobile, difficile e costoso da gestire, ma immediatamente disponibile per rispondere ad una
pericolosità incombente per la incolumità delle persone presenti in Via Casarini.
Dopo due anni sono presenti una sessantina di persone che saranno accompagnate entro il prossimo giugno in un percorso di uscita in
appartamenti cittadini presi in affitto.
Il costo dell’operazione si giustifica in termini di costi economici ma soprattutto in costi sociali che vengono meno: le strutture collettive di
accoglienza riproducono al proprio interno delle regole di comportamento dove gli ospiti più “virtuosi” vengono limitati da quelli meno “virtuosi”, da pochi che traggono vantaggi da situazioni di convivenza “forzata”.
Concludo con una doverosa precisazione: a Villa Salus sono stati utilizzati fin dall’inizio tre piani (4°, 5° e 6°); il secondo piano non è
mai stato utilizzato perché erano presenti materiali ed avviati lavori, poi sospesi, dalla conduzione precedente che lo rendevano pericoloso, così come il terzo piano è stato utilizzato fin dall’inizio come magazzino di
materiale di consumo per la struttura; questi piani come il 4° ed il 6° sono ora sbarrati ed inacessibili ed al loro interno rimangono solo i
quattro stracci abbandonati in una camera da pulizie non accurate e di arredi fuori uso utilizzati non sempre adeguatamente, molti di questi appartenenti alla vecchia clinica; il disastro e la sporcizia, si riduce a questo.
Per ultimo in alcuni interventi traspare una possibilità, quasi una “velata minaccia”, di portare la vicenda alla Procura della Corte dei
Conti, o alla Procura della Repubblica.

Se lo scontro politico si intende trasferirlo alla Magistratura contabile o a quella ordinaria, ne prendo atto, ne traggo le dovute conclusioni, e
mi rimetto con fiducia al loro operato.
A me, per le responsabilità che ricopro, sta’ di procedere in un quotidiano lavoro di sostegno ai più deboli e di impegno anche per la loro
integrazione nella nostra città”.

















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