Dal 12 al 15 aprile (feriali ore 21, festivo ore 15:30) il Teatro Storchi si apre ai registi giovani e di talento. É il caso di Arturo Cirillo che, prodotto dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, porta in scena Le Intellettuali, il testo di Molière che la traduzione di Cesare Garboli fa rivivere con modernità e ironia.
Le Intellettuali rappresenta il quarto gioiello con cui il regista e attore Arturo Cirillo ha scelto di arricchire la sua originale parure di capolavori registici. Cirillo continua così l’affascinato confronto con una tradizione, vissuta non come peso ma piuttosto come sterminato territorio di invenzione, creando spettacoli di generosa facilità drammaturgica e interpretativa, ritrovando le tracce di Eduardo Scarpetta prima e di Annibale Ruccello poi, fondendone i segni in una straordinaria continuità d’invenzione.
Il testo di Molière rivive qui con grande smalto grazie anche alla versione accurata e fulminante di Cesare Garboli traduttore, inventore e scopritore di Molière in Italia. La resa di Garboli è capace di attualizzare il testo, svelandone però la pregnanza e la devastante complessità: non si salva nessuno nel quadro dipinto. Non le “intellettuali” femministe evanescenti e contraddittorie, sospese tra tradizione e ambizione, non gli “intellettuali” nè il servile e tronfio Trisottani, nè il retorico Vadius, orgogliosi nella loro torre eppure sempre pronti a correre in aiuto del vincitore. Non si salva il misantropo Clitandro, borghesuccio e insignificante, nè il “buon padre di famiglia” ottuso e vigliacco, capace di un discorso sulle donne del focolare di rara e triste attualità. Insomma: nella galleria di mostri, intessuta da Molière, fatta nostra da Garboli e letteralmente esplosa nello spettacolo di Cirillo, non c’è posto per la speranza. Una scena scarna ospita l’acre duello tra intellettuali e potere, siparietti e specchi riflettono e deformano le immagini mascherandone la reale fisionomia come un’attrazione da luna park.
I costumi di Gianluca Falaschi sono sfolgoranti, retorici, sovraccarichi, la recitazione gioca sul filo dello slittamento continuo tra un sopra le righe stridente e una raffinata cifra che sappia rispettare e tradire, amare e sbeffeggiare l’amato autore. Uno spettacolo che prescinde dalle epoche, da ieri e da oggi, ma che certo riguarda certi chiacchieroni e chiacchierone eterni, intenti in ogni epoca a vendere fumo come fosse la più avanzata ricerca del pensiero.
Agli attori va il merito di divertirti essi per primi a quello che stanno raccontando. Ai personaggi scritti in Francia nel seicento qui viene data una leggera inflessione napoletana che restituisce universalità alla vicenda. In questa messa in scena si ride molto e con molta acidità. Queste Intellettuali sono un utile antidoto per smascherare le chiacchiere e far cadere i pretesti e gli interessi che spesso vi si nascondono.