La lettera indirizzata il 5 Ottobre 1825 all’editore milanese Antonio Fortunato Stella, è la seconda lettera acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna dopo quella che Giacomo Leopardi indirizzò alla sorella Paolina.
In quel periodo Leopardi stava curando per l’editore un’edizione bilingue dell’opera omnia di Cicerone, progetto di cui in seguito non si fece nulla.
Nella lettera c’é anche un accenno a Bologna, città nella quale Leopardi era appena giunto e che non conosceva ancora (“le locande di Bologna non hanno calamai, se non pieni d’acqua limpida”). Il poeta arrivò a Bologna nel settembre 1825 e visse con l’assegno di dieci scudi al mese assegnatogli dall’editore Antonio Stella oltre che con i compensi per lezioni private di latino e di greco.
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