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22 marzo ‘Giornata mondiale dell’acqua’

Convocare quanto prima la cabina di regia per il bacino del fiume Po, per coordinare le azioni di tutti i soggetti interessati: Regioni, Consorzi, gestori dei bacini di elettrici. E’ la richiesta che arriva dall’assessore regionale all’ambiente e sviluppo sostenibile Lino Zanichelli dopo aver fatto il punto sulla siccità e alla vigilia del 22 marzo, ‘Giornata mondiale dell’acqua’.

Nel corso della Giornata, in un convegno in programma a Bologna (Sala Polivalente della Regione in Viale Aldo Moro 50), la Regione lancerà la proposta di un Forum nazionale sul risparmio e la conservazione delle risorsa acqua che ha già raccolto le adesioni di 120 tra istituzioni, Ong, Associazioni ambientaliste, gestori e mondo della ricerca e si proporrà come Regione capofila con l’intento di far diventare il Forum un luogo stabile e autorevole per promuovere lo scambio di informazioni ed esperienze sul tema del corretto utilizzo delle risorse idriche.
Ma torniamo al Po. Al di là dell’anomalo andamento meteo-climatico, il grande fiume deve fare i conti con un deficit strutturale di circa 380 metri cubi al secondo, dovuto al fatto che la sua portata media annua è di 1470 metri cubi, mentre i diritti di prelievo delle concessioni sono pari a 1850 metri cubi. Più in generale le derivazioni complessive dal bacino del Po sono pari a 21 miliardi di metri cubi di acqua, di cui solo 1 miliardo arriva in Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda la situazione interna, la Regione Emilia-Romagna ha già attivato un proprio gruppo di lavoro sulla siccità, con il compito di definire in modo univoco gli indicatori di siccità e coordinare i vari interventi sul territorio emiliano-romagnolo.
Per Zanichelli tuttavia a queste azioni di carattere più “contingente occorre affiancare anche azioni strategiche e strutturali”.
Lavorare sui consumi dunque, considerando che in Emilia-Romagna il settore più idroesigente è quello agricolo (66%), seguito da quello civile (23%) e da quello industriale (11%). Un impegno forte per la Regione, cominciato già da alcuni anni anche con campagne di informazione rivolte ai cittadini.

I primi risultati, il nuovo tariffario e gli investimenti
I dati rilevati dall’Osservatorio regionale mostrano infatti sia pur con alcune eccezioni, una generale tendenza alla diminuzione dei consumi in campo civile.
In particolare merita di essere sottolineato il calo che sia nel 2003, che nel 2004 si è rilevato nelle province di Parma e Reggio Emilia, che mostrano di aver superato già nel 2004 gli obiettivi fissati dal Piano regionale di tutela delle acque per il 2008 (Parma) e addirittura per il 2016 (Reggio Emilia). Una considerazione analoga si può fare per la provincia di Forlì-Cesena che nel 2004 mostra di aver già raggiunto l´obiettivo previsto per il 2008.
Inoltre in campo agricolo va considerato il ruolo svolto dai Consorzi di Bonifica che hanno migliorato la rete distributiva e innovato la gestione consentendo nel 2006 di economizzare oltre 95 milioni di metri cubi di acqua rispetto al 2005.
Proprio per governare al meglio la domanda la Regione ha introdotto anche un nuovo sistema tariffario che, dopo una sperimentazione, sarà operativo dalla fine del 2007 e che prevede un sistema di incentivi (un premio dello 0,25%) a favore dei gestori che promuovano il risparmio negli utenti finali, ad esempio attraverso la distribuzione di riduttori di flusso o intervenendo sulle perdite di rete.
Sul fronte degli investimenti in Emilia-Romagna le risorse a disposizione ammontano per il triennio 2005-2007 a 574 milioni di euro: 394 milioni dai Piani d´ambito provinciali e 180 dal Piano di azione ambientale regionale. Serviranno naturalmente per migliorare la rete acquedottistica, ma anche per la depurazione.
Sul fronte delle infrastrutture la Regione punterà sulla realizzazione di invasi a uso irriguo e casse d’espansione a uso plurimo – sicurezza nel caso di inondazioni e uso irriguo – da utilizzare come riserve d’acqua per l’agricoltura nei periodi di siccità, utilizzando cave che hanno cessato o stanno per cessare la propria attività.
I
l programma regionale prevede per ogni provincia in media 10 nuovi invasi con una capacità media di 1 milione di metri cubi. L’acqua resa in tal modo disponibile a regime potrebbe compensare adeguatamente l’attuale deficit per gli usi irrigui.
Indicativamente le prime opere potrebbero essere realizzate entro 3-5 anni. In alcuni casi però i tempi possono essere molto più ravvicinati.
Due in particolare:l’invaso di San Cesario sul Panaro (MO), che raccoglierà le acque del fiume Panaro attraverso il canale Torbido, potrà essere pronto già nel 2008, mentre entro 12/18 mesi – è prevista la realizzazione dell’invaso irriguo di Pontecchio Marconi in provincia di Bologna sulla sponda sinistra del fiume Reno.
















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