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Modena: gli obiettivi della Rete oncologica provinciale

I dati sull’attività e sulle prospettive di cura e ricerca in ambito oncologico, nella loro chiarezza, vanno ben al di là della discussione pubblica di questi ultimi giorni sulla fondazione Centro Oncologico Modenese.

“Il baricentro della discussione e dell’interesse – ha sottolineato professor Giancarlo Pellacani, Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – deve essere spostato su quello che si fa nel concreto per far progredire e crescere le scelte di politica e gestione sanitaria, adottate per sviluppare ulteriormente eccellenza e certezze da fornire ai malati di tumore ed ai cittadini”.

Vi sono alcuni importanti fatti nuovi che richiedono, a differenza del passato, che l’attenzione generale si concentri sui progressi che si sono messi a segno in questi anni. Oggi non si tratta più di realizzare una struttura che marchi lo sforzo della società modenese verso i malati di cancro, quanto piuttosto di valutare cosa ha segnato la presenza dal Padiglione “Pier Camillo Beccaria”, che ospita il Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia, dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, per migliorare la ricerca e le prestazioni offerte alla popolazione.
Nel 2006 sono stati oltre 10.000 i pazienti complessivamente assistiti ed il personale impegnato, 71 unità medico-sanitarie strutturate e circa 90 giovani (specializzandi, dottorandi, assegnisti di ricerca e contrattisti ospedalieri), ha fornito una valido supporto assistenziale facendo fronte a 2.695 ricoveri ordinari, 2.544 ricoveri in day hospital, 297 ricoveri in hospice, 8.750 prime visite e 44.850 visite di controllo.
Oltre all’attività sopra ricordata il Dipartimento di Oncologia ed Ematologia è stato in grado di fornire 48.765 prestazioni radioterapiche che hanno interessato 4.500 pazienti.
La capacità e l’efficienza garantite dal Dipartimento trovano conferma anche nei dati di mobilità passiva (casi trattati extra provincia): neoplasie maligne di orecchio naso bocca (4 su 68); neoplasie dell’apparato respiratorio (59 su 1124); neoplasie maligne dell’apparato digerente (48 su 688); neoplasie maligne dell’apparato epatobiliare o pancreatico (76 su 694) neoplasie maligne della mammella (7 su 336); chemioterapia (427 su 4264).
I tempi di attesa riscontrati sulla stessa casistica nelle strutture provinciali nei primi nove mesi del 2006 sono stati: neoplasie maligne di orecchio naso bocca (32 giorni); neoplasie dell’apparato respirato-rio (15 giorni); neoplasie maligne dell’apparato digerente (21 giorni); neoplasie maligne dell’apparato epatobiliare o pancreatico (13 giorni); neoplasie maligne della mammella (13 giorni); chemioterapia (18 giorni).

Altrettanto notevole e significativo è stato l’impegno profuso nella ricerca che ha visto solo nel 2006 concentrarsi attorno al dipartimento una mole di finanziamenti pari a oltre 2.120.000 euro, 110.000 dei quali provenienti da donazioni da privati.
Nel triennio i fondi impiegati per la ricerca sono stati pari a poco più di 4.317.000 euro, quasi 466.000 dei quali raccolti da privati e associazioni.

L’assistenza clinica, poi, è affiancata da una rilevante serie di impegni nel settore della prevenzione e della epidemiologia, gestiti direttamente dalla Azienda USL, ai quali l’Azienda Policlinico collabora attivamente: dai piani per la salute, al registro tumori, agli screening per la diagnosi precoce dei tumori del seno, dell’utero e del colonretto, per questo ultimo la Azienda Policlinico è centro di riferimento regionale per i cosiddetti tumori eredo-familiari.

“Riteniamo – ha dichiarato il dottor Stefano Cencetti, direttore generale del Policlinico – che il “sogno” di chi si è battuto per muovere e far progredire Modena nel campo della assistenza e della ricerca sul cancro sia stato onorato e venga quotidianamente onorato, potendo la città e la provincia di Modena contare su livelli assistenziali d’avanguardia, garantiti da professionisti e operatori che, oltre alle riconosciute competenze assistenziali ed all’elevato livello scientifico, vantano nell’agire quotidiano passione, entusiasmo e senso di appartenenza”.

Oggi alcuni fondamentali elementi nuovi hanno mutato il quadro istituzionale – gestionale entro il quale collocare le iniziative che si sviluppano in campo oncologico:
1. La nascita dei Dipartimenti Assistenziali Integrati, tra cui quello di Oncologia ed Ematologia, che permette di unificare in un’unica struttura gestionale e organizzativa le funzioni di ricerca, assistenza e formazione, che prima erano separate, sanando una divisione che poteva creare disparità fra medici ospedalieri e universitari, oltre che fra ricerca e assistenza.
2. L’impulso, venuto dalla Conferenza territoriale socio sanitaria, a realizzare attraverso il Coordinamento Oncologico provinciale una rete che riunisce tutte le strutture oncologiche delle due aziende sanitarie modenesi, allo scopo di integrare le attività di rilevazione epidemiologica, la ricerca clinica, la prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione.
3. L’attivazione del “Programma di ricerca Regione Università 2007/2009, Indirizzi ai sensi dell’art. 9 comma 9 LR n. 29/2004 DGR n. 1870/2006”, che:
– ha identificato la ricerca quale funzione istituzionale del Servizio Sanitario Regionale, fondamentale al pari di quella assistenziale e di formazione continua;
– ha individuato l’Azienda Ospedaliero Universitaria, quale luogo privilegiato della sinergia tra SSR e Università, capace di influenzare l’intero SSR attraverso pro-grammi di ricerca e innovazione;
– ha determinato la strutturazione interna all’Azienda Policlinico di una specifica U-nità per la Ricerca e la Innovazione.
4. L’impegno comune di Università e Azienda Policlinico perchè la Regione Emilia Romagna nel costituendo Istituto Scientifico di Ricerca sui Tumori di Reggio Emilia riconosca la necessità e l’utilità che esso operi con in comunità di intenti col nostro Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia.

In proiezione futura, l’impegno della “Rete oncologica provinciale” guarda ad alcune fondamentali esigenze:

– realizzazione di unità funzionali interdipartimentali
– raggiungimento della autosufficienza provinciale per le prestazioni radioterapiche, con l’inserimento di un’attrezzatura innovativa “tomotherapy” al Policlinico di Modena e di un acceleratore lineare presso l’Ospedale di Carpi
– raggiungimento della autosufficienza provinciale per la chirurgia oncologica urologica e ginecologica
– piano per la preservazione della fecondità e della sessualità nei pazienti oncologici in età fertile
– implementazione della diagnostica per imaging biologico-molecolare, a partire dalla PET-TC recentemente inaugurata e l’acquisizione di una SPECT-TC;
– implementazione delle attività specialistiche di laboratorio, (genomica e proteomica) con la creazione di un centro di terapia genica anti-tumorale;
– sviluppo di procedure invasive-chirurgiche innovative
– sviluppo di tecniche innovative di screening dei tumori del colon-retto e dei tumori polmonari
– realizzazione di un centro di coordinamento degli studi clinici e traslazionali, con il decollo di specifica Unità Ricerca ed Innovazione presso la Direzione generale già avviata.

L’Università e l’Azienda Policlinico contano di non essere sole nel concretizzare queste iniziative, perchè possono fare affidamento, oltre che sulle Istituzioni modenesi – come la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che nel 2006 ha erogato oltre 1.500.000 euro per strumentazioni e apparecchiature – sull’impegno quotidiano di numerose associazioni di volontariato (ben nove quelle censite che si occupano attivamente di malati oncologici). A riconoscimento di questo ruolo fondamentale, giocato dalla rete dell’associazionismo, “E’ volontà dell’Università e dell’Azienda Policlinico, all’interno della programmazione sanitaria decisa dalla Regione e dalle istituzioni Locali, – ha concluso il direttore generale Stefano Cencetti – chiamare tutto il volontariato a collaborare alle scelte di indirizzo proprie del Dipartimento Assistenziale Integrato di Oncologia ed Ematologia, del Coordinamento Oncologico Provinciale, e della Direzione Generale del Policlinico.
A questo proposito la Direzione Generale avanzerà la proposta al Comitato Consultivo Misto di procedere alla costituzione di specifici tavoli di confronto con le Associazioni del volontariato non solo nell’ambito oncologico ma anche negli altri ambiti prioritari per il Policlinico (materno-infantile- trapianti)”.

















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