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Nel 2006 le imprese della regione hanno speso 1,3 milioni in burocrazia

La burocrazia strangola le imprese dell’Emilia Romagna che nel 2006 hanno speso 1.310,2 milioni di euro in adempimenti connessi all’attività d’impresa, una cifra considerevole seconda solo alla Lombardia, che detiene il record con 2.646,7 milioni di euro bruciati lo scorso anno, e al Veneto che ne ha sperperati 994,9.

L’ammontare del denaro che le imprese dell’Emilia Romagna hanno dovuto destinare alla burocrazia supera quello delle altre regioni italiane ed è pari all’8,9% dei 13,7 miliardi di euro che tutti gli imprenditori sprecano ogni anno in moduli e scartoffie.

Confartigianato ha misurato il poco invidiabile record delle regioni nelle quali il carico burocratico è più opprimente ed ha scoperto un altro triste primato che riguarda le aziende di piccole dimensioni. In tutte le regioni sono proprio le micro-imprese fino a 9 dipendenti a sopportare i costi più ingenti in burocrazia: ben 11 miliardi l’anno, vale a dire l’80,4% del totale. In pratica, ogni 12 mesi, ciascuna microimpresa deve sacrificare 11.114 euro per rispettare gli adempimenti amministrativi connessi all’attività produttiva, una somma che incide per il 29,6% sul costo del lavoro.
In particolare in Emilia Romagna alle imprese da 1 a 9 dipendenti gli adempimenti burocratici sono costati 950,6 milioni di euro, a quelle da 10 a 49 dipendenti 154,5 milioni di euro e a quelle oltre i 50 dipendenti 119,7 milioni di euro.

“E’ una situazione insostenibile per le imprese della Regione – dichiara il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Giampaolo Palazzi – soprattutto se si pensa che proprio le più piccole ne supportano i costi maggiori, è paradossale che proprio le aziende che faticano maggiormente a sostenere la competitività si trovino a combattere contro il peso dei costi della burocrazia”.
“Sono dati che lasciano a bocca aperta – prosegue Palazzi – ritengo sia indispensabile un forte impegno del Governo sul fronte della semplificazione degli adempimenti burocratici che oggi gravano soprattutto sulle piccole imprese”.

Secondo Palazzi “per semplificare l’avvio d’impresa non bastano i provvedimenti del Ministro Bersani perché rimangono altri aspetti critici da risolvere: va superata l’attuale frammentazione di competenze e di responsabilità istituzionali sulla materia con l’obiettivo di creare un unico centro di governance della strategia di semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”.
“Confartigianato ritiene altrettanto indispensabile – conclude Palazzi – coordinare attraverso un ‘patto di cooperazione’ gli interventi dello Stato con quelli delle Regioni e degli Enti locali per evitare che nelle diverse aree del Paese si proceda a diverse velocità e con modalità differenti”.

















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