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In un convegno le nuove applicazioni dei sistemi microelettromeccanici

L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sempre più all’avanguardia nella realizzazione di tecnologie e sistemi microelettronici. E ora la ricerca universitaria, condotta presso il Laboratorio MASEM, realizzato in collaborazione con STMicroeletronics, rivolge la sua attenzione al settore dei materiali per sistemi microelettromeccanici e per il settore della fluidica.

Agli sviluppi ed alle prospettive della microelettronica è dedicata la giornata di studio, organizzata dal Dipartimento di Fisica dell’Ateneo emiliano, dove si farà il punto sulle sempre crescenti prestazioni offerte dagli attuali sistemi elettronici, risultato di un notevole sviluppo tecnologico, frutto di un paziente lavoro di ricerca.

Mentre la struttura dei dispositivi tecnologici di base è rimasta sostanzialmente la stessa, le aumentate prestazioni dei sistemi microelettronici sono state ottenute con una notevolissima riduzione delle loro dimensioni, resa possibile dallo sviluppo delle applicazioni tecnologiche. Tutto ciò ha comportato grande attività di ricerca, notevoli investimenti e, a livello produttivo, la realizzazione di apparati sempre più sofisticati, risultato del maggiore utilizzo della nanotecnologia.

L’appuntamento in programma dal titolo “Miniaturizzare ed integrare per crescere” si terrà domani, venerdì 9 marzo alle ore 10.00, presso l’Aula F Dipartimento di Fisica (via Campi 213/a) a Modena, dove si intervalleranno, dopo il saluto del prof. Giampiero Ottaviani, i maggiori esperti del settore, che testimonieranno sulle loro personali esperienze professionali, ed il prof. Stefano Frabboni, pure lui docente del Dipartimento di Fisica dell’Ateneo emiliano, che illustrerà l’attività di Modena nel campo dello sviluppo delle applicazioni nicroelettroniche.

Ormai in questo campo si sta affermando l’idea di utilizzare le conoscenze tecnologiche acquisite per realizzare nuovi tipi di dispositivi di dimensioni sempre più ridotte, e con aumentate funzionalità, avvantaggiandosi di tecnologie consolidate a basso costo. La tendenza è di ripercorrere anche in questo campo la strada che ha consentito di realizzare computers sempre più potenti e a costi sempre contenuti.

I dispositivi microelettromeccanici (MEMS – Sistemi Micro Elettro Meccanici) costituiscono da questo punto di vista un significativo esempio dell’indirizzo assunto dalla ricerca: acceleratori a uno, due, tre assi, rivelatori di rotazioni, sensori di pressione sono solo alcune delle possibili concrete applicazioni. Il futuro è rappresentato dalla utilizzazione di queste tecnologie, i MEMS, per realizzare dispositivi in altri settori quali la fluidica, un campo nel quale, accanto a dispositivi già realizzati e commercializzati, basti pensare alle stampanti a getto di inchiostro, si stanno sviluppando innumerevoli applicazioni per il settore biomedicale.

Scopo di questo workshop è quello di fare il punto su ciò che è stato realizzato o è in via di sviluppo avanzato, con un’attenzione che guardi anche agli sviluppi futuri, mettendo a confronto, le idee e le opinioni di ricercatori, produttori e utilizzatori.

Chiuderà il dibattito una tavola rotonda, condotta da Davide Berti della Gazzetta di Modena, che verterà sulle “Nanotecnolgie ed applicazioni industriali”.
















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