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Caso De Bernardinis: precisazioni del Policlinico

In merito al caso che ha visto coinvolto in questi giorni il prof. Giancarlo De Bernardinis, come Direzione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ci corre il dovere istituzionale di chiarire in maniera esauriente e serena le motivazioni, adottate a tutela dei malati, che hanno spinto ad una decisione definita senza “precedenti nella nostra sanità”: la sospensione dell’attività svolta in libera professione dal Direttore della II Clinica Chirurgica.


Comprendiamo molto bene che la decisione avrebbe determinato inevitabili disagi per i pazienti in lista di attesa, ma il nostro obbligo istituzionale è innanzitutto quello di far rispettare le normative ed i regolamenti interni, peraltro ben noti a tutti i professionisti che operano presso il Policlinico, ed allo stesso professionista.



La nota della Direzione Generale del 16 febbraio 2007, con cui viene sospeso al prof. Giancarlo De Bernardinis “con effetto immediato” l’esercizio dell’attività “libero professionale intramuraria”, fa esplicito rinvio all’Atto aziendale del 29 novembre 2002 per la definizione delle modalità organizzative della medesima, che lo steso avrebbe violato in relazione all’articolo 29.



Ad essa è seguita una missiva del prof. Giancarlo De Bernardinis in data 22 febbraio c.a., in cui il professionista non contesta il merito della ponderata decisione, giunta solo dopo aver esaurito un’attenta ricognizione e valutazione del suo “modus operandi” avviato da mesi dalla Direzione Sanitaria, bensì chiede a noi di “voler posticipare gli effetti del provvedimento di sospensione, consentendo l’espletamento delle prestazioni già programmate nel breve periodo”. Trattasi complessivamente di 7 interventi in regime libero professionale da eseguirsi nel corso delle altrettante sedute programmate tra il 5 ed il 27 marzo e di 69 visite ambulatoriali con frequenza di 10 – 14 al giorno da compiersi nelle 6 giornate allo scopo dedicate tra il 7 marzo ed il 4 aprile. Nessuno di tutti questi pazienti presenta, comunque, patologie di natura oncologica.



Siamo dunque consapevoli, e perciò sereni, che la nostra sanzione non comporta alcuna conseguenza grave per i pazienti, poichè trattasi di prestazioni di tipo elettivo, che non sono sottoposte al vincolo dell’urgenza, casi che vengono e verrebbero – peraltro – trattati regolarmente con l’attività ordinaria.



Piuttosto, riteniamo non corretto deontologicamente il comportamento del prof. Giancarlo De Bernardinis, che con singolare tempestività, ovvero il giorno successivo alla sua richiesta, ha inteso rendere pubblico il suo caso, non dando informazione o “glissando” sulle circostanze che gli sono state contestate, tutte quante prese nell’interesse dell’incolumità dei pazienti, nonchè della salvaguardia del rispetto di protocolli e procedure, collegialmente ed autorevolmente adottati, per la trasparenza dell’operare dei sanitari e per seguire procedure ispirate al necessario “consenso informato” dei pazienti che si sottopongono a delicate terapie ed interventi.



Utilizzare la comprensibile esasperazione di chi soffre per la difesa di interessi e profitti personali, in specie quando questi sono ricercati da un pubblico dipendente, crediamo sia un’operazione quantomeno “sgradevole”.
















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