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Droge: dibattito in Consiglio provinciale a Modena

L’abrogazione della legge Fini-Giovanardi sulla tossicodipendenza e l’impegno della Giunta “per attivare azioni volte a prevenire le varie forme di dipendenza e promuovere momenti di approfondimento e coordinamento sul tema” con l’obiettivo di educare e non incarcerare.

Sono queste le richieste contenute nell’ordine del giorno su dipendenza da stupefacenti, abuso di bevande alcoliche, diffusione di sostanze dopanti e crescita di comportamenti compulsivi come il gioco d’azzardo, presentato da tutti i gruppi di centro-sinistra e approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale di Modena, con il voto favorevole della maggioranza e quello contrario dell’opposizione. La proposta, depositata appena prima dell’inizio della seduta consiliare, è stata discussa insieme all’ordine del giorno presentato dal centro-destra, e respinto con il voto contrario della maggioranza, che chiedeva invece al Governo e al Parlamento di “non modificare l’attuale legislazione sulla droga prima di un congruo periodo di sperimentazione e verifica dei risultati positivi della sua applicazione”.

“Togliendo rilevanza penale al consumo personale di droga si apre la porta a quello indiscriminato – ha esordito Cesare Falzoni (An) – dovuto anche a un aumento dell’offerta che viene da un’immigrazione fatta solo di spacciatori”.

Giorgio Barbieri (Lega Nord) ha contestato al centro-sinistra “un miscuglio in cui la droga passa in secondo piano e che svilisce la sostanza della questione. Dire che chi ha più droga del necessario non va penalizzato è un’ingiustizia”.

Anche per Luca Caselli (An) “da parte della sinistra c’è una voluta banalizzazione del problema droga: la dose minima introdotta dalla Turco è quella del piccolo spacciatore e voi lo sapete, come sapete che creerà migliaia di spacciatori in mezzo alla strada”.

Secondo Aldo Imperiale (Rc) “la legge Fini, che ha fatto crescere l’emergenza sociale, va abrogata per affrontare più correttamente il tema della tossicodipendenza, anche dal lato dell’ordine pubblico ma non solo: bisogna aiutare, non punire, e solo quando di aiuto c’è davvero bisogno”.

Al contrario, per Tomaso Tagliani (Udc) “abbiamo una legge che funziona e che dà risultati positivi, come dimostra la diminuzione degli arresti per droga. La sinistra fa un gran minestrone perché non vuole discutere i veri problemi”.

Giovanna Guaitoli (Ds) ha sottolineato che “è l’alcolismo a provocare più morti e malattie tra i giovanissimi e quindi puntare l’attenzione solo sulle droghe non ci aiuta a focalizzare il problema. La penalizzazione non serve, occorrono invece azioni che provocano rivoluzioni culturali”.

Anche per Andrea Sirotti (Ds) “bisogna ragionare soprattutto di prevenzione e recupero, ma non in ottica classica, perché il fenomeno sta cambiando”.

Per Enrichetta Annovi (Forza Italia) “la Turco non ha tenuto conto del male che fa ai nostri ragazzi e alla società, che ha altri problemi che non quello di avere poca droga in tasca”.


Sulla stessa linea anche il collega di partito Dante Mazzi per il quale “quella della droga è stata l’unica liberalizzazione andata davvero a buon fine”.

Giuseppe Vaccari (Ds) infine ha ribadito che “per i consumatori il problema è sociale e non di ordine pubblico: il centro della nostra attenzione è la persona che sta male e non importa se la causa è una sostanza illegale o no”.
















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