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Sciopero dei benzinai: parla il presidente Figisc Onesto Pinelli

Quel che amareggia è che un governo che si dice riformista metta per prima in difficoltà una categoria, quella dei benzinai, che tra i lavoratori autonomi è forse quella maggiormente esposta a sacrifici e condizionamenti dall’alto.


È quanto afferma Onesto Pinelli, presidente Figisc – Confcommercio, commentando i contenuti delle “liberalizzazioni” che hanno condotto alla chiusura per due giorni della maggioranza delle pompe di benzina nella nostra provincia e in tutto il Paese.

La categoria dei benzinai è composta da persone che operano esposte all’inclemenza del tempo, nell’insicurezza di chi lavora a diretto contatto con la strada, col rischio d’impresa e dipendendo da rapporti strettamente vincolati alle case petrolifere che ne ingabbiano l’attività, ma rendendo un insostituibile servizio agli automobilisti che dimostrano di apprezzarlo.

Risulta infatti da una recente indagine commissionata a Mercurio Misura da Fgisc, Faib e Fegica, che il 71% degli italiani, potendo scegliere, premia la vicinanza e la conoscenza del benzinaio di fiducia rispetto ad eventuali sconti, prova ne sia che ben il 75% degli intervistati dichiara di preferire il rifornimento tramite l’addetto, piuttosto del self service.

Pinelli continua denunciando i favori che, penalizzando il capillare servizio reso ai consumatori dai benzinai tradizionali, favorisce una grande distribuzione che di favori non avrebbe necessità, né a Modena, né altrove. La rete distributiva dei carburanti ha già subito, ad iniziativa dello stesso ministro Bersani, una pesante ristrutturazione e razionalizzazione alla fine degli anni novanta e questo ulteriore intervento di superamento delle distanze minime tra impianti, è destinato a produrre i deleteri effetti di danneggiare l’attuale rete, impoverire il servizio ai consumatori.

Noi benzinai, argomenta Pinelli, chiediamo al ministro di poter ragionare bene e per tempo e insistere per vendere benzina nei ipermercati non è certo un arricchimento professionale della categoria. Per questo, conclude Pinelli, non esiteremo, di fronte al rifiuto del Ministro, ad inasprire la protesta in atto.
















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