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Pena di morte: Reggio E. al congresso mondiale di Parigi

Reggio Emilia ha rappresentato, insieme alla Regione Toscana e al Ministero Affari Esteri, gli enti italiani impegnati in iniziative contro la pena di morte al terzo Congresso Mondiale contro la pena capitale, che si è tenuto a Parigi da giovedì 1 a sabato 3 febbraio.


L’assemblea parigina – organizzata da Ensemble Contre la Peine de Mort (Ecpm), con il sostegno della Coalizione mondiale contro la pena di morte e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac e del Cancelliere federale della Germania Angela Merkel – aveva rivolto l’invito al Sindaco Graziano Delrio per l’impegno che in questi anni ha distinto Reggio Emilia, sino a essere ammessa nel 2004 come membro della Coalizione mondiale contro la pena di morte.
La città del Tricolore era presente con una delegazione composta dal Presidente del Consiglio comunale Nando Rinaldi e dalla responsabile di ‘Reggio nel Mondo’ Barbara Donnici.
Presenti tra gli altri il Ministro della Giustizia francese Pascal Clement, l’ex Ministro della Giustizia francese Robert Badinter, Bianca Jagger Ambasciatrice per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Marta Ocampo de Vasquez Presidente delle “Donne di piazza di Maggio”.

Il Presidente Rinaldi è intervenuto nel corso della cerimonia di apertura dei lavori, portando all’assemblea il saluto del Sindaco di Reggio e spiegando le motivazioni che hanno spinto la nostra città ad essere tra gli enti che in prima fila, fianco a fianco con gli attivisti abolizionisti, nell’impegno per l’abolizione della pena di morte nel mondo. Il Presidente Rinaldi ha richiamato “il ruolo strategico che le città possono giocare in questa battaglia”, argomento poi ripreso in numerosi altri interventi.
Per la delegazione reggiana sono state di particolare interesse le sessioni dedicate alla situazione negli Stati Uniti: “i nuovi abolizionisti americani un richiamo agli “unusual suspects” ovvero coloro che solo in apparenza sostengono la pena di morte ma che dichiarando apertamente la propria opinione possono contribuire enormemente alla causa. Era presente in questa sessione l’ex procuratore distrettuale di Bexar (Texas) Sam Millsap che ha lasciato l’incarico per il dubbio di avere condannato a morte un innocente ed è stato di recente consulente per lo Stato del New Jersey che si avvia all’abolizione della pena di morte. Tra i relatori anche Rick Halperin presidente di Amnesty International Usa e della Coalizione Texana contro la pena di morte spesso ospite a Reggio Emilia.

La tavola rotonda “L’iniezione letale sotto processo” ha portato all’attenzione dei congressisti l’acceso dibattito in corso soprattutto negli Usa, dove anche l’iniezione letale, indicata un tempo come il metodo “più civile” per eseguire le condanne, a seguito di recenti esecuzioni ha mostrato tutta la sofferenza che è in grado di provocare, inducendo alla sospensione di alcune esecuzioni in Florida, California e Missouri.
Tutti gli abolizionisti americani presenti si sono dimostrati in linea di massima ottimisti riguardo alla possibilità che presto negli Stati Uniti si adotti una moratoria che possa portare all’abolizione. La ‘pecora nera’ resta lo Stato del Texas, che dal ripristino della pena di morte negli Stati Uniti nel 1976 ha ucciso 382 condannati, mantenendo un triste primato.

Come emerge dal rapporto di Piers Bannister, del Segretariato Internazionale di Amnesty International del Regno Unito, il Congresso si è concluso con alcune affermazioni. Nel documento si sottolinea il “ruolo fondamentale degli avvocati nell’aiutare i condannati a evitare la pena capitale, e degli avvocati di Paesi senza pena capitale nella formazione dei loro colleghi”. Che “la pena di morte è il fallimento della giustizia” ed è “molto importante sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare nei Paesi in cui la pena capitale è applicata”. Si segnala inoltre “la campagna della Comunità di S. Egidio ‘Cities for Life – Cities against the death penalty’, che sarà ancora più utile quante più città aderiranno.

Si annuncia, infine, che “il 10 ottobre 2007 – ‘Giornata Mondiale contro la pena di morte’ – sarà dedicato alla Cina, in vista dei Giochi Olimpici a Pechino nel 2008”. A tale proposito, il ‘focus’ alla presenza di alcuni legali cinesi ha permesso di stabilire le priorità dell’azione della Coalizione mondiale in vista del prossimo appuntamento olimpico di Pechino. In particolare, è intenzione della Coalizione chiedere una moratoria delle sentenze capitali durante il periodo di durata dei Giochi, anche come richiamo della ‘tregua olimpica’ che in epoca ateniese contraddistinse questa manifestazione. Inoltre, si chiederà al governo cinese una restrizione dei reati per i quali si può essere condannati a morte, ed è stata salutata positivamente la riforma del codice penale cinese, con la quale saranno rimesse tutte le sentenze capitali pronunciate dalle corti provinciali alla Corte Suprema, per un riesame delle stesse.

Il rapporto di Piers Bannister afferma infine che “anche il Marocco sta compiendo dei passi in direzione dell’abolizione della pena di morte, applicando una moratoria ‘de facto’, poiché l’ultima esecuzione risale al 1994”, che “fondamentale è chiedersi quali conseguenze e quali costi sociali derivano da ogni esecuzione per le famiglie dei condannati a morte” per concludere con una nota positiva. “Per la prima volta nella storia – vi si legge – possiamo OSARE di pensare ad un mondo senza pena di morte”.
Le organizzazioni partecipanti al congresso hanno sottoscritto una risoluzione che riprende i temi del rapporto conclusivo.

Nei giorni in cui la delegazione reggiana era impegnata a seguire i lavori del congresso, il Parlamento Europeo approvava un documento che chiede una moratoria universale della pena di morte nel mondo. Lo ha annunciato l’On. Marco Pannella, che con il suo intervento ha aperto i lavori della seconda giornata.
Contemporaneamente il Governo francese approvava la modifica della propria Costituzione, con l’inserimento di un apposito articolo, il numero 66, nel quale si afferma che “nessuno può essere condannato a morte”. approvato all’unanimità dall’assemblea nazionale.

Nel corso delle tre giornate, numerosi sono stati gli incontri della delegazione reggiana con rappresentanti di associazioni e abolizionisti. La fondatrice di “Madri contro la Tortura e la
pena di morte” Tamara Chikonova, presente all’evento, ha ricordato di essere stata a Reggio Emilia il 30 novembre e ha chiesto di poter ancora incontrare i giovani reggiani, soprattutto nelle scuole.
Il Presidente di Amnesty International Usa e della Coalizione Texana per l’abolizione della pena di morte Rick Halperin, che la delegazione reggiana ha incontrato venerdì 2 febbraio insieme ad altri attivisti di Amnesty International, ha sottolineato la situazione della pena di morte in Texas ed ha individuato con il Presidente Rinaldi possibili azioni comuni in vista della sessione legislativa texana, che si è aperta all’inizio dell’anno, e per la formazione dei giovani.
Rinaldi ha incontrato anche i rappresentanti di Amnesty International di Dijon, città francese gemellata con Reggio e Dallas: si è convenuto sulla possibilità di promuovere azioni comuni.
Numerosi sono stati i suggerimenti raccolti dalla delegazione reggiana per dare efficacia alle azioni contro la pena di morte e la presenza di Reggio Emilia è stata molto apprezzata. In particolare, il direttore della Comunità di S Egidio Mario Marazziti ha incoraggiato l’attività di Reggio Emilia contro la pena di morte e chiesto di avviare un nuovo progetto comune a favore dei malati di Aids.

Al Congresso parigino erano presenti 80 paesi del mondo, rappresentati da 680 delegati, tra i quali numerosi diplomatici e rappresentanti istituzionali. Vi si sono svolte 24 tavole rotonde tematiche e la marcia contro la pena di morte, che si è tenuta sabato 3 febbraio, ha visto la partecipazione di circa 3000 persone.
All’organizzazione del Congresso hanno lavorato 150 volontari.
Le due sedute plenarie hanno affrontato i temi del “cammino per l’abolizione della pena di morte in nord Africa e nel Medio Oriente” e della “pena di morte in Cina pena di morte e inizio dei giochi olimpici”.
















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