Coi risparmi dei buoni pasto l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena sosterrà strutture sanitarie impegnate nella lotta contro l’AIDS in Tanzania.
L’iniziativa, frutto di un accordo tra Policlinico e CIR, prevede che il valore dei buoni pasto eccedenti, non utilizzati dal personale medico e tecnico-sanitario, nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 31 luglio 2007, sarà devoluto a favore di Medici con l’Africa. L’operazione sarà possibile solo utilizzando il servizio di ristorazione del Policlinico.
Con il ricavato si acquisteranno i reagenti necessari al laboratorio per il monitoraggio delle terapie antiretrovirali dell’ospedale di Lugarawa, in Tanzania.
Medici con l’Africa Modena Reggio Emilia ONLUS è un’associazione riconosciuta da Medici con l’Africa Cuamm, organizzazione non governativa che dal 1950 organizza progetti di coo-perazione sanitaria in Africa subsahariana. I fondi raccolti saranno utilizzati nell’ambito dei progetti che questa associazione sta portando avanti assieme al Ministero degli Affari Esteri italiano e alle autorità tanzaniane.
E’ la terza volta che l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena decide di impiegare in fa-vore di progetti sociosanitari le risorse risparmiate dal mancato utilizzo dei buoni pasto riconosciuti ai dipendenti.
Nel 2004, attraverso Regala ciò che non mangi vennero aiutati due ospedali nello Zimbabwe, gestiti da medici missionari, sostenuti dall’associazione modenese Luisa Guidotti – ONLUS.
Nel 2006 l’iniziativa Un ponte per la vita ha raccolto quasi 8.000 euro in favore di ASEOP, per sostenere le cure oncologiche per i bambini ricoverati all’Hospital General Niños de Acosta Ñu di Assuncion in Paraguay.
“Il Policlinico – ha commentato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena dott. Stefano Cencetti – da sempre vicino alle organizzazioni di volontariato, attraverso questa convenzione, rafforza il suo impegno a sostegno di fondamentali e validi progetti di assistenza sanitaria nei Paesi africani e in altre parti del mondo, finalizzati a sconfiggere malattie endemiche che compromettono drammaticamente le attese di vita di queste popolazioni. Quello che compiamo è un gesto piccolo rispetto alle esigenze ed alla problematicità reali dei fenomeni, ma siamo convinti che gesti anche limitati possano contribuire a tenere alta l’attenzione e, soprattutto, a far crescere ai vari livelli istituzionali la consapevolezza e la sensibilità che occorre davvero fare qualcosa in favore di chi è più sfortunato di noi”.