Destinazione complesso Ex Fonderia: sostenere soluzioni che diano vitalità a quei luoghi.
Creare spazi multifunzionali per lo sport ed i giovani si può, senza tradire la memoria.
Quando si apre un dibattito sul recupero e sulla destinazione di un importante contenitore, come nel
caso del complesso delle ex-fonderie si ha un’occasione stimolante per individuare soluzioni che sappiano conciliare il passato con lo sviluppo e la costruzione di un pezzo di futuro della città. Se
poi a ciò si aggiunge lo straordinario valore simbolico di quel luogo, teatro di un eccidio che
rappresenta per i democratici modenesi uno spartiacque importante nella costruzione della nostra società che ha dimostrato di sapere coniugare lo sviluppo economico con la solidarietà sociale e la salvaguardia dei diritti fondamentali del mondo del lavoro, si comprende l’importanza della sfida che proprio in questi giorni l’amministrazione comunale sta definendo.
Fissare la memoria, anche attraverso segni in grado di rendere riconoscibile un luogo, certamente ha una valenza che nessuno può e deve sottovalutare. Confesercenti, contestualmente, evidenzia un rischio che, come spesso avviene nel nostro paese, all’orizzonte si intravede: vale a dire la tendenza, per un retaggio culturale che ci appartiene e ci differenzia dai paesi anglosassoni, a creare un luogo da difendere, tutelare e proteggere, molto meno invece da vivere, da attraversare come spazio della
collettività a disposizione di tutta la città. Ecco perché riteniamo che prospettare per quegli spazi
soluzioni che rispondono anche ai bisogni della Modena del 2000 non sia un tradimento della
memoria. In questo senso Confesercenti esprime apprezzamento per la proposta concreta,
coraggiosa e non statica, di Ferdinando Tripi che propone il “Palapolisport” con spazio per hochey a
rotelle e su ghiaccio e per il rotellismo in genere, ma anche per altri sport che faticano a trovare sedi
stabili ed efficienti.
Abbinare a questi interventi una forte presenza di attività commerciali dedicate e di ristorazione e di
pubblico esercizio potrebbe ulteriormente contribuire a valorizzare e a risanare un’area oggi lasciata a se stessa e ad invogliare i giovani della nostra città ad intraprendere un’attività sportiva.
Particolarmente stimolante ci pare poi l’idea di mettere a disposizione della collettività una struttura aperta continuativamente dalle 16 alle 24.00.
Una riflessione finale su quanto sta avvenendo.
In questi giorni ha preso il via un percorso
partecipativo, termine che certamente suona bene, ma che ci lascia, almeno in parte, perplessi. A
parere di Confesercenti, infatti, la politica in questi casi deve avere un primato progettuale.
Possedere un’automobile molto potente senza un abile ed accorto pilota vanifica parte del
potenziale. Questa valutazione naturalmente non contrasta con la necessità di lavorare per ottenere
la massima partecipazione ed il consenso sulle scelte che si compiono; piuttosto porta ad un
percorso che riduce il rischio che la partecipazione sia esclusivamente formale e possano invece
prevalere spinte corporative. In ogni caso il fatto che si sia aperto un dibattito è positivo.