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Solidarietà modenese a Itapirapuà: nasce cooperativa di donne

Una cooperativa di donne – che abitavano nei pressi della discarica di Itapirapuà – gestirà l’attività di raccolta differenziata dei rifiuti. Il progetto è stato finanziato da Geovest, società a capitale pubblico di proprietà di 11 Comuni modenesi e bolognesi per i quali gestisce i servizi di smaltimento rifiuti: nel modenese a Finale Emilia, Nonantola e Ravarino.


Dopo un percorso di alfabetizzazione, le donne, circa una trentina, hanno seguito un corso professionale per la gestione di un’attività di raccolta differenziata dei rifiuti che si svolgerà all’interno di una capannone attrezzato costruito appositamente da Geovest.
Obiettivo dell’iniziativa, che fa parte dei progetti di solidarietà promosso dagli enti locali modenesi a Itapirapuà in collaborazione con l’associazione Modena Terzo Mondo onlus, è di consentire una gestione più razionale dello smaltimento dei rifiuti, un problema drammatico in questo paese come in diverse aree del Brasile, garantendo una nuova opportunità lavorativa a un gruppo di donne che finora vivevano ai margini della comunità in condizioni di profondo disagio.

Situato a 192 chilometri da Goiania, capitale dello stato del Goiàs, il municipio di Itapirapuà conta una popolazione di oltre undicimila persone di cui circa un terzo nella zona rurale e il resto nella zona urbana. L’economia della zona è fondata principalmente sull’agricoltura, ma la terra è concentrata in poche grandi proprietà di latifondisti.
Per sfuggire alla miseria delle campagne, migliaia di famiglie si sono concentrate nell’area urbana, già molto povera e inadeguata a supportare questo flusso migratorio.
La vita in città si rivela piuttosto difficile e spesso entrambi i genitori devono accettare impieghi durissimi e sottopagati che li tengono impegnati per tutta la giornata. In queste condizioni i figli sono abbandonati a se stessi: bambini e adolescenti passano così le giornate in strada, senza alcun controllo in una realtà segnata da delinquenza, analfabetismo, prostituzione e droga.

Il centro di accoglienza e il nuovo centro sportivo a esso collegato, costruito con i fondi modenesi, rappresentano uno strumento prezioso per contrastare questa situazione.

















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