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Modena: entro fine febbraio nuovo piano industriale Atcm

“Per risanare la situazione di Atcm, gravata da un deficit di 5 milioni di euro, sarà necessaria una strategia che coinvolga enti locali e centrali e che punti al recupero dell’efficienza del servizio attraverso l’aumento della velocità commerciale dei mezzi, la realizzazione di corsie preferenziali, la lotta all’evasione del pagamento del biglietto, la sinergia con altre aziende delle città capoluogo dell’Emilia Romagna – a cominciare da Reggio Emilia e Bologna – lavorando per riattivare il trasferimento dei fondi centrali e aprendo anche ad alcuni aspetti di privatizzazione, ferma restando la potestà di governo ed indirizzo da parte del pubblico”.

“Un’apposita commissione tecnica di cui fanno parte Atcm, Agenzia per la Mobilità di Modena, Comune di Modena e Provincia farà una relazione e proporrà un piano industriale entro la fine di febbraio”.

Questa, in sintesi, la posizione dell’assessore alla Mobilità Daniele Sitta sul tema dell’azienda di trasporto pubblico modenese espressa nei giorni scorsi in Consiglio comunale, in occasione di un’interpellanza con cui Fausto Cigni (Ds) segnalava un articolo pubblicato dagli organi di stampa locali nel quale si citavano il deficit di 5 milioni di euro a chiusura del bilancio 2006 e le intenzioni, contenute in una delibera del Consiglio di Amministrazione di Atcm, di non accettare più l’incarico di gestire il servizio di trasporto pubblico nel caso in cui i trasferimenti regionali non dovessero aumentare. Cigni, ricordando che il Comune di Modena è titolare del 45% delle azioni di Atcm e evidenziando che a fine 2006 è scaduto il contatto di servizio – a cui dovrà seguire una gara d’appalto per l’assegnazione del nuovo contratto – chiedeva quindi quali fossero le azioni di risanamento previste e se si fosse valutata la possibilità di ricercare un partner privato per apportare in Atcm “le necessarie risorse finanziarie e le competenze tecniche e gestionali necessarie”.
Sitta ha inquadrato il tema riepilogando le voci che hanno contribuito a determinare il deficit e che “oggettivamente non fanno capo all’azienda, ma che provengono dall’esterno e condizionano in maniera pesante. Atcm – ha spiegato l’assessore – ha sofferto del mancato adeguamento finanziario negli ultimi sei anni, con ricadute di grave difficoltà. Dal 1999 al 2006 si è avuta un’inflazione programmata del 15.%, ma quella del settore è molto più alta, circa il 25%. L’adeguamento da parte dello Stato è stato dell’1,75%, un differenziale che ha messo Atcm in grave difficoltà con un deficit pari a oltre 2 milioni di euro. A questo si aggiunga che sono sempre stati coperti i costi del contratto di lavoro, ma nel corso degli anni c’è stata l’abitudine di lasciare qualcosa in capo alle aziende, un fattore cha ha contribuito ulteriormente al deficit. Un anno e mezzo fa è stata modificata la normativa sull’indennità di malattia che a messo in capo alle aziende gran parte degli oneri, pari a circa 300mila euro. Si aggiunga poi l’aggravio dei costi di esercizio derivanti dal prolungamento del tragitto dalla stazione piccola alla stazione centrale realizzata nel 2004, con un aumento di 73mila chilometri l’anno rispetto ai quali non ci sono stati trasferimenti, con una perdita di almeno 700mila euro l’anno dal 2004”. Oltre ai mancati trasferimenti centrali, Sitta ha anche rivendicato dalla Regione “una più equa distribuzione delle risorse, poiché Modena è penalizzata per tutti i parametri, dal chilometraggio al numero di abitanti, sino ai servizi. E’ vero – ha aggiunto – a luglio 2005 abbiamo aumentato del 5,5% le tariffe, ma erano ferme dal 1999 e in ogni caso non è stato un aumento correlato all’inflazione. Nel 2006 si copriranno le perdite di 4,5 milioni di euro con qualche riserva, le stesse usate negli ultimi due esercizi, e sempre nel 2006 si comincerà a usare anche una parte del capitale sociale. Non ci sarà l’obbligo di ricapitalizzare l’azienda, ma se continuerà questa situazione, nel futuro ci sarà l’esigenza di ripristinare il capitale sociale. Da qui la necessità di alcuni interventi urgenti. Questa è la situazione, che è grave. Noi faremo tutto per mantenere solida l’azienda. L’avvio della discussione di una possibile sinergia con Reggio Emilia è una strada da approfondire fino in fondo se porta a risultati, ma non si escludono altre strade con l’obiettivo di mantenere sul territorio un servizio efficiente e far sì che l’azienda possa continuare ad avere un ruolo importante. Questo è l’obiettivo – ha rimarcato – Ma è altrettanto importante che ci sia anche una svolta nazionale sul trasporto pubblico locale”.

















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