La nascita come evento naturale estremamente complesso, davanti al quale è necessario che la
scienza medica incontri le scienze umane, per superare la storica separazione tra la medicina,
che affronta il corpo come un “organismo” e le discipline umanistiche, più concentrate sulla
“persona” e sull’”esistenza”.
La nascita come elemento chiave di un sapere femminile che rischia di andare perduto con la
medicalizzazione del parto, che fa in modo che sempre più bambini nascano nel contesto
affettivamente neutro dell’ospedale e non più in casa come un tempo. E di conseguenza,
l’importanza della dimensione affettiva, relazionale, delle cure che mamma e bambino ricevono in ospedale ed i motivi per cui, soprattutto in occasione della nascita, l’ospedale dovrebbe “aver cura”, non solo “curare”.
Ma anche, la nascita come momento di profonda trasformazione delle relazioni familiari, perché insieme al bambino nascono anche due nuovi genitori, con tutto ciò che questo comporta nella realtà sociale in cui viviamo.
Ne parla la professoressa Vanna Iori, Ordinario di Pedagogia Generale e della Famiglia all’Università Cattolica di Milano, domani, sabato 16 dicembre, alle ore 11 nella sala conferenze del Nuovo Ospedale di Sassuolo. L’evento è gratuito ed aperto al pubblico.
“All’Ospedale di Sassuolo facciamo molto per accogliere le mamme ed i bambini in un
ambiente il più possibile su misura per le loro esigenze” spiega il dottor Giuseppe Ghirardini,
responsabile dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del Nuovo Ospedale di Sassuolo,
“i nostri ambulatori supportano le mamme lungo tutto il percorso della gravidanza, le sale parto
sono moderne e confortevoli, le camere di degenza sono attrezzate per ospitare mamme e
neonati insieme per favorire il loro legame fin dalle prime ore. C’è anche una piccola concessione all’arte, con le formelle di ceramica Raku sul tema “gravidanza, nascita, maternità” che decorano gli ambienti del reparto, e la collezione di stampe sul tema della “gravidanza nell’arte” che le nostre utenti possono ammirare nell’area d’attesa degli ambulatori.
Riteniamo che le proposte di riflessione della professoressa Iori per una visione della nascita “a
trecentosessanta gradi” siano un’opportunità importante per le signore, non solo mamme e
future mamme, ma anche e soprattutto per il nostro personale”.