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Presentazione attività Registro Tumori Colorettali Modena

Nel lontano 1983 per iniziativa di alcuni giovani ricercatori della Clinica di Medicina III e della Clinica Gastroenterologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria si costituiva a Modena il Gruppo di studio dei Tumori Colorettali da cui prendeva vita il primo a livello locale.

“A distanza di quasi 25 anni si può affermare – commenta il prof. Maurizio Ponz De Leon, ordinario di Medicina Interna all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – che la scelta di istituire un Registro Tumori Colorettali fu quanto mai indovinata, sia per la tematica scelta che per il periodo in cui avvenne”.

Quell’esperienza, pionieristica per l’epoca anche in ambito nazionale e unica nel suo genere, sarà ripercorsa ed approfondita nel corso di un seminario, proposto dal Dipartimento Integrato di Medicina e Specialità Mediche e dalla Scuola di Dottorato di Ricerca in Oncologia Sperimentale e Clinica, che si terrà sabato 16 dicembre 2006 alle ore 9.00 presso l’Aula T02 del Centro Servizi Didattici della facoltà di Medicina e Chirurgia (largo del Pozzo 71) a Modena su “Registro Tumori Colorettali: 21 anni di attività”.

L’incontro, aperto dalla presentazione affidata al prof. Maurizio Ponz De Leon, coordinatore del gruppo di studio, proseguirà con una serie di contributi degli altri animatori e collaboratori dell’unità di ricerca impegnata nel progetto: dott. ssa Carmela De Gregori e dott. ssa Lorena Losi su “Staging – Morfologia”; dott. Piero Benatti su “Familiarità”; prof. Luca Roncucci su “Sopravvivenza”. Successivamente nella tarda mattinata prenderanno la parola il prof. E. Paci (Firenze) su “Sopravvivenza per Tumore in Italia: Dati dei Registri Tumori” ed il prof. R. Sassatelli (Reggio Emilia) su “Screening per Cancro Colorettale in Emilia Romagna”.

Nel periodo preso in esame dal ‘Registro’ modenese si sono osservati 3.951 tumori maligni in 3.817 pazienti (la differenza è da attribuire ai tumori multipli, molto frequenti in questo tipo di neoplasia), ovvero 2.074 di sesso maschile e 1.743 di sesso femminile. I tumori del colon sono stati 2.757, quelli del retto 1.194. L’andamento dell’incidenza è stato progressivamente crescente, sì che a distanza di 21 anni oggi si osserva circa il doppio di casi rispetto ai primi anni di attività. A differenza dell’incidenza, la mortalità per cancro colorettale ha mostrato solo lievi fluttuazioni nel periodo considerato.

“Ciò dimostra – aggiunge il prof. Maurizio Ponz De Leon – che le neoplasie intestinali rappresentano un problema clinico, biologico e sociale di grande rilevanza, lungi dal poter essere definito . Ben si giustifica, pertanto, la campagna di screening dei tumori colorettali avviata dalla Regione Emilia Romagna nel 2005”.

Molti dei pazienti registrati sono stati contattati personalmente (o attraverso il medico curante) per raccogliere un’anamnesi ancora più completa o per la ricostruzione degli alberi genealogici. Questo stretto e continuo rapporto fra medici addetti allo studio ed alla registrazione dei casi incidenti, medici di base, pazienti, loro parenti a rischio rappresenta ancora oggi la principale caratteristica del ‘Registro Tumori Colorettali di Modena’ e ciò che, più e meglio, lo distingue da tutte le altre iniziative di registrazione dei tumori avviate nel nostro Paese.

“Sebbene la terapia medica dei tumori colorettali metastatici – spiega il prof. Maurizio Ponz De Leon – abbia fatto dei notevoli passi avanti, la malattia rimane nella maggior parte dei casi incurabile. Il rapporto mortalità/incidenza tende così ad abbassarsi più per un aumento dei casi incidenti che non per un effettiva diminuzione della mortalità”.

Il dato principale rimane l’aumento assoluto che si osserva nell’incidenza dei tumori in tutti i segmenti del colon e la sostanziale stabilità dell’incidenza dei tumori del retto e del giunto retto-sigmoideo. Considerando i valori percentuali, i tumori del retto risultano chiaramente in flessione rispetto ai tumori delle altre sedi. Infine, si conferma il dato già noto dalla letteratura, espressa in proposito, di una maggior frequenza di tumori rettali nell’uomo e di neoplasie del colon destro nelle donne.

Le forme precoci (stadio I e II) registrano un costante e progressivo aumento di incidenza sia nei valori assoluti che relativi, cui può essere di conforto l’osservazione del fatto che sia i dati globali che quelli per singolo stadio mostrano chiaramente un significativo aumento della sopravvivenza nella coorte di pazienti con diagnosi più recente.

“Sembra quindi – conclude gettando un seme di speranza il prof. Maurizio Ponz De Leon – che la sopravvivenza per cancro del colon tenda verso un progressivo miglioramento”.
















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