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Modena: Piano tutela acque, le proposte della Provincia

Riduzione della concentrazione dei nitrati nelle falde acquifere, miglioramento dei livelli di qualità dei fiumi, garanzia del mantenimento del deflusso minimo vitale. Sono questi gli obiettivi di fondo del Piano di tutela delle acque predisposto dalla Provincia di Modena in vista dell’approvazione della variante al Piano territoriale di coordinamento provinciale.


La variante acque sarà presentata domani nella seduta di insediamento della Conferenza di pianificazione alla quale partecipano i rappresentanti della Regione, dei Comuni, Arpa e tutti i soggetti istuzionali interessati.
Il 21 dicembre, inoltre, è previsto un incontro con le associazioni di categoria, dei consumatori e ambientaliste che fanno parte del Forum di Agenda 21.

Gli obiettivi del Piano di tutela saranno raggiunti attraverso la rideterminazione delle aree di protezione, la realizzazione di un programma di intervento sul sistema fognario e sui depuratori – che saranno potenziati per migliorare la qualità degli scarichi in linea con gli indirizzi comunitari – l’individuazione di invasi a basso impatto per garantire un maggiore risparmio di acqua in agricoltura e l’avvio di un Tavolo nitrati che impegnerà diversi soggetti nella realizzazione di un programma di risanamento dell’acque sotterranee dall’inquinamento.

“Ogni corpo idrico – sottolinea Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente – dovrà raggiungere lo stato di qualità di buono entro dieci anni e di sufficiente entro due. Per fare questo occorre aumentare le tutele, ridurre gli sprechi e eliminare gli scarichi inquinanti. Il Piano individua gli strumenti di programmazione e di intervento in grado di centrare questi risultati”.

Tra le misure previste dal Piano spiccano i limiti più severi e l’abbattimento delle concentrazioni di fosforo per gli scarichi delle acque reflue urbane per un progressivo riuso per l’irrigazione agricola, l’adeguamento del sistema fognario, dei depuratori, il contenimento del carico inquinante causato dagli allevamenti zootecnici e di origine industriale.
Sono individuate anche le zone di salvaguardia delle falde, delle sorgenti di montagna (in tutto ne sono state censite 766), delle aree di riserva e delle captazioni delle acque superificiali.
Previste anche misure per garantire il deflusso minimo vitale delle acque superficiali e per il risparmio della risorsa acqua fino alle campagne di sensibilizzazione dei cittadini contro gli sprechi.

Lo stato di falde e fiumi
La qualità delle acque dei fiumi e dei torrenti modenesi si conferma buona in montagna, mentre in pianura l’acqua di Secchia e Panaro peggiora pur rimanendo ad un livello di classificazione sufficiente; tuttavia in pianura l’acqua del Secchia in alcuni tratti risulta di qualità più scadente rispetto al Panaro. Buona anche la qualità dei laghi di montagna come il lago Santo, Baccio, Turchino e Scaffaiolo. Per quanto riguarda le acque delle falde sotterranee, invece, permane il rischio nitrati, soprattutto per i pozzi nella zona a sud di Modena. E’ questo in sintesi lo stato di salute delle acque superficiali e sotterranee modenesi che emerge dal Quadro conoscitivo contenuto nel Piano di tutela delle acque. I rilievi sono eseguiti attraverso oltre 50 stazioni lungo fiumi e torrenti e quasi 90 pozzi di acqua potabile tenuti costantemente sotto controllo. Per tutti i corsi d’acqua nel modenese resta comunque il divieto assoluto di balneazione.
Nelle acque sotterranee si è registrato un avanzamento del fronte dei nitrati verso la città di Modena, con il coinvolgimento di alcuni pozzi a Cognento e Formigine, utilizzati da Hera e Aimag per la rete acquedottistica, dove sono stati rilevati livelli oltre i limiti di legge dei nitrati. Critica la situazione anche per un pozzo a S.Cesario. Per tutti gli altri pozzi presenti a Modena, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Castelvetro, Maranello, Sassuolo, Spilamberto e Vignola i livelli dei nitrati risultano inferiori ai limiti di legge.
Tra i cosiddetti “fattori di pressione puntuali” che contribuiscono ad aumentare i carichi inquinanti ci sono soprattutto gli scarichi autorizzati in acque superficiali: 83 depuratori, 184 scarichi industriali (soprattutto acque dei settori alimentare, cartiero e estrattivo che però devono rispondere a precisi standard di qualità) e 447 scolmatori che permettono di evitare le crisi dei sistemi fognari in caso di forti piogge scaricando nei fiumi e nei canali le acque reflue del sistema fognario in caso di forti piogge.
















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