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Oggi giornata mondiale lotta all’Aids, i dati regionali

Oggi venerdì 1 dicembre è la Giornata mondiale per la lotta all’Aids. Con lo slogan “Ferma l’Aids. Mantieni la promessa” l’iniziativa pone l’attenzione su un fenomeno di cui si parla meno rispetto al passato, ma che anche in Italia e in Emilia-Romagna non diminuisce e mostra anzi una costante stabilità, sia per i nuovi casi di Aids che per il numero di persone sieropositive.


La Giornata è l’occasione per fare il punto sulla prevenzione – tenendo conto che ormai il virus Hiv è a prevalente trasmissione sessuale – e sui risultati e le prospettive nella cura della malattia.
Per tutta la giornata e nei giorni a seguire iniziative di informazione e sensibilizzazione sono proposte in Emilia-Romagna dalle Aziende sanitarie, dagli Enti locali, dalle associazioni di volontariato.



In Emilia-Romagna dopo la forte diminuzione di nuovi casi registrata negli anni Novanta, dal 1999 si registra una sostanziale stabilità. Nel confronto nazionale, l’incidenza dei nuovi casi di Aids nel 2005 è di 3,5 ogni 100mila abitanti, con una lieve flessione rispetto all’anno precedente (3,9), un dato che pone la regione al secondo posto, dietro la Lombardia.

Stabile la stima delle persone sieropositive, tra 6.000 e 9.000.


Aumenta la sopravvivenza delle persone malate, grazie all’uso di terapie che rallentano il progredire della malattia e riducono il rischio di sviluppare patologie correlate. L’efficacia delle terapie antiretrovirali è considerata la causa più plausibile per spiegare la flessione di nuovi casi di Aids registrata negli anni scorsi, più che la riduzione effettiva delle infezioni.


Continua ad essere inadeguata la percezione del rischio: anche in Emilia-Romagna la modalità prevalente di trasmissione del virus negli ultimi anni è il contatto eterosessuale; ed è sempre alta la percentuale di persone che scoprono di essere sieropositive solo quando viene fatta la diagnosi di Aids. Tuttavia, almeno rispetto a quest’ultimo fenomeno, vi sono segnali di una inversione di tendenza: i dati dell’Osservatorio provinciale di Modena – che focalizzano l’attenzione sulla sieropositività – evidenziano una diminuzione delle persone che scoprono la propria sieropositività già in Aids. Il segnale è importante perché una diagnosi anticipata, e quindi il ricorso al test Hiv, permette di intervenire tempestivamente con la terapia farmacologia.



La Regione Emilia-Romagna, con una delibera del 2006, ha messo in campo oltre 2milioni di euro (2.270.241 euro) per finanziare progetti per la formazione degli operatori e di informazione e prevenzione dei comportamenti a rischio, in particolare rivolti ai giovani e agli immigrati.
La Regione inoltre attivato, già da alcuni, servizi specifici:

– il telefono verde Aids 800 856080, gratuito sia da telefono fisso che da cellulare, che offre la possibilità di prenotare il test HIV in forma anonima, oltre a dare informazioni sui rischi di infezione e sulla malattia. Il telefono, gestito dall’Azienda Usl di Bologna, è attivo 24 ore al giorno, la presenza di operatori è assicurata tutti i pomeriggi feriali dalle ore 15 alle ore 18;

– il sito internet Helpaids che offre (in forma anonima, attraverso email criptate) consulenze specialistiche di medici e psicologi e informazioni sull’infezione e sulla malattia; nel 2006 il sito è diventato a tutti gli effetti un servizio regionale, dopo essere stato curato nella prima fase dall’Azienda Usl e dall´Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.



Il fenomeno Aids in Emilia-Romagna

I dati sui casi di Aids notificati nel territorio regionale sono elaborati dal Servizio sanità pubblica della Regione.

Dopo un’importante diminuzione dell’incidenza (nel ’95 il tasso per 100.000 abitanti era 14,5, nel 1999 era 4,3) i nuovi casi di Aids in Emilia-Romagna da sette anni registrano una sostanziale stabilità: 4,2 nel 2001, 3,9 nel 2002, 4,1 nel 2003, 3,9 nel 2004, 3,5 nel 2005 (fonte: Coa, Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità, che considera il numero delle notifiche pervenute in ciascun anno in esame).

Il dato del 2005 è calcolato tenendo conto dei ritardi di notifica (il tempo che intercorre tra la data di diagnosi e il momento in cui la segnalazione perviene al Coa).


I casi di Aids notificati dalle strutture sanitarie regionali nel periodo 1984/2005 sono 5.975 (5.436 i residenti).

In Emilia-Romagna, nel periodo 2000/2005, il 43% delle persone si è scoperto malato senza essere venuto prima a conoscenza di essere sieropositivo.


La modalità di trasmissione prevalente del virus è il rapporto eterosessuale: nel triennio 2003/2005 ha riguardato il 61% delle donne e il 38% degli uomini; il contagio per via parenterale – con iniezioni – che fino alla fine degli anni ’90 era la modalità di trasmissione prevalente, ora riguarda il 33% delle donne e il 29% degli uomini.


Le persone sieropositive in Emilia-Romagna sono stimate tra 6.000 e 9.000. L’andamento dei nuovi casi, negli ultimi dieci anni, registra una sostanziale stabilità.

Il numero dei bambini con infezione da HIV si è ridotto progressivamente nel tempo e in modo significativo, grazie all’adozione di protocolli di prevenzione e profilassi. Nel 2004, ultimo anno con dati completi, i nati da madre con infezione da Hiv sono stati 31, di questi 1 bambino risultava sieropositivo.


Le terapie antiretrovirali hanno determinato migliori condizioni di vita delle persone sieropositive e delle persone malate, anche per questo la Regione Emilia-Romagna negli ultimi anni ha promosso modalità di assistenza più vicine ai loro bisogni.

Questo ha portato a una diminuzione dell’assistenza in ospedale (sia per quanto riguarda il ricovero ordinario che in day hospital) in favore di un aumento dell’assistenza ambulatoriale (con possibilità di fornire a domicilio i farmaci antiretrovirali), dell’assistenza a domicilio e dell’assistenza in case alloggio.


Nel 2005, il 30,8% dei malati di Aids ha usufruito di assistenza domiciliare o di assistenza in case alloggio. Nell’anno esaminato, peraltro, si è registrato un significativo aumento dei dati sull’assistenza ospedaliera in day-hospital, un incremento dovuto all’attività nel Policlinico di Modena dell’ambulatorio multispecialistico di clinica metabolica, rivolto alle persone con infezione da Hiv e lipodistrofia, centro unico di questo tipo in Italia.
















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