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Legge montagna: licenziato programma attuattivo 2006

La Commissione ‘Territorio Ambiente Mobilità’ e la commissione ‘Bilancio’, riunite oggi in seduta congiunta, hanno licenziato (astenuta Forza Italia, voto contrario di AN) il programma annuale attuativo della lr .n 2 del 2004 (“Legge per la montagna”). Si è deciso di esaminare il provvedimento congiuntamente – ha detto Antonio Nervegna, presidente della Bilancio – per accorciare i tempi del suo iter.

La delibera ripartisce i 2 milioni di euro del Fondo speciale per la montagna(articolo 8 della legge n.2/2004) e 999 mila euro del Fondo investimenti per le gestioni associate tra le comunità montane emiliano – romagnole per finanziare interventi, compresi nei rispettivi Accordi quadro (complessivamente quelli di tutte le comunità montane emiliano- romagnole sono 26) e per l’implementazione di Accordi già sottoscritti.

Questa la ripartizione del fondo per la montagna alle Comunità Montane: 200.800 euro (in particolare per opere di viabilità) suddivisi tra le Comunità montane Valle del Tidone (8.800 euro), Appennino piacentino (84.500), Valli Nure ed Arda (107.500); 254.000 euro alla Comunità montana Valli Taro e Ceno (qualificazione produttiva) e 136.600 all’Appennino Parma Est (difesa del suolo); 213.400 all’Appennino Reggiano ( impianti sportivi); 57.300 alla comunità montana Appennino Modena Ovest (reti telematiche), 166.400 a quella del Frignano (reti telematiche) e 62.500 all’Appennino Modena Est (qualificazione urbana); 69.800 alla Valle del Samoggia (difesa del suolo); 157.000 alla Alta e Media Valle Reno (macello comprensoriale); 197.000 alle Cinque Valli bolognesi (difesa del suolo); 44.700 alla Valle del Santerno (riqualificazione architettonica); 73.400 all’Appennino Faentino (interventi archeologici); 61.900 alla Comunità montana Acquacheta (qualità architettonica); 131.500 all’Appennino forlivese (riqualificazione urbana); 146.700 all’Appennino cesenate (viabilità e protezione civile); 27.000 alla Valle del Marecchia (riqualificazione urbana).

I 999 mila euro del Fondo gestioni associate hanno invece questa suddivisione tra le 18 Comunità montane:Valle Tidone:13.600; Appennino Piacentino:39.800; Valli Nure e Arda: 57.600; Valli Taro e Ceno: 132.900; Appennino Parma est: 63.846; Appennino reggiano: 99.129; Appennino Modena Ovest: 26.750, Frignano: 77.200; Appennino Modena Est 29.000; Valle Samoggia: 47.980; Alta e Media Valle Reno: 72.530; Cinque valli bolognesi: 90.000; Valle Santerno: 20.800; Appennino Faentino: 33990; Acquacheta: 28.800; Appennino forlivese: 61.200; Appennino Cesenate: 68.600; Valle Marecchia: 35.180.

Nel dibattito, Gianluca Borghi (Verdi) ha espresso dubbi sulla scelta delle priorità fatta dalle Comunità montane, evidenziando l’ampio spettro degli interventi che il fondo per la montagna andrà a finanziare e l’assenza, tra questi, di servizi alla prima infanzia, di cui le zone montane sono particolarmente carenti. Il consigliere ha quindi giudicato opportuna una riflessione su questi organismi. Anche per Luigi Francesconi (FI) gli interventi finanziati sono troppo variegati e, soprattutto, elargiti non in modo coordinato ma a pioggia (una pioggia, ha tenuto a precisare, che tra l’altro non bagna tutti nello stesso modo, lasciando alcune zone a secco). Ubaldo Salomoni (FI) e Luca Bartolini (AN) hanno criticato pesantemente la funzionalità delle comunità montane che, per le inefficienze ed i costi delle loro strutture burocratiche – hanno detto – non aiutano la montagna ma sottraggono fondi al suo sviluppo. Di parere opposto Marco Barbieri (Margherita). Pur convenendo sull’opportunità di una riflessione sulla funzionalità di questi enti, per il consigliere la legge sulla montagna, operativa da soli due anni, ha già fatto compiere un positivo salto culturale ponendo la questione della “auto-scelta” delle priorità. Il problema – ha precisato – non è l’autonomia delle scelte delle comunità montane, ma il come armonizzarle con il complesso delle politiche della Regione. Positivo anche il giudizio di Renato Delchiappo (PRC) che ha sottolineato il cambio di passo della Regione, in questa legislatura, sui temi ed i problemi delle zone montane. La legge sulla montagna – ha detto – il piano forestale, oggi all’esame dell’aula, il piano di sviluppo rurale, che presto l’Assemblea approverà, sono strumenti importanti per rispondere in modo adeguato ai bisogni di sviluppo e qualità posti dalle aree appenniniche.

“La legge 2 sulla montagna – ha commentato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della commissione Territorio Ambiente Mobilità – mostra la sua efficacia nel sostegno e nella valorizzazione di questi territori, per contrastarne l’abbandono e garantirne lo sviluppo. E’ quindi corretta la strada di sostenere gli sforzi dei soggetti pubblici e privati dei territori montani, per riqualificare il sistema produttivo e per innovare quei settori (turismo, commercio, artigianato, agricoltura) che hanno potenzialità di sviluppo quantitativo e qualitativo”.
















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