E’ stata l’azienda agricola di Sergio Serradimigni, allevatore di Montefiorino, ad aggiudicarsi, con 95 punti, il concorso per “il miglior letame, cibo della terra” che si è tenuto domenica 1 ottobre a Lama Mocogno. Al secondo posto, con 91 punti, si è piazzata l’azienda di Giuseppe Masini di Pavullo. Al terzo, con 82 punti, l’azienda agricola Tizzano di Stefano Fogacci di Zocca.
I concorrenti valutati erano una decina, mentre altri sei erano presenti ma fuori concorso per aver consegnato in ritardo il letame (presente anche un allevatore di Cuneo con letame di bovina piemontese).
Al vincitore è andato una coppa e al secondo e terzo piazzati una medaglia. Per tutti i partecipanti è previsto un viaggio studio in aziende agricole biodinamiche con produzioni tipiche della Toscana.
Il concorso per il “miglior letame” è stato promosso dall’assessorato provinciale all’Agricoltura e alimentazione e dal Comune di Lama Mocogno.
La manifestazione si è svolta in uno scenario appropriato: un esemplare di vacca bianca modenese, una gallina e un galletto modenesi, un gruppo di pecore Cornelle e Ciorniglie, razze di animali che rischiano l’estinzione e che la Provincia sta cercando di proteggere e rilanciare attraverso progetti di salvaguardia. Accanto agli animali c’era il protagonista del concorso, ovvero il letame che per l’occasione era stato posto su un’antica carretta spandiletame.
Il saluto alla manifestazione è stato portato da Graziano Poggioli, assessore provinciale all’Agricoltura: “Un concorso – ha detto – eccezionale, anche scherzoso, ma su un tema molto serio, sul cibo per la terra. La capacità di produrre, accrescere e utilizzare un buonissimo letame per il mantenimento e l’arricchimento della fertilità dei terreni è un patrimonio importante per il mondo agricolo che non deve andare perduto. In uno scenario in continua evoluzione, di confusione e di necessità di cambiamenti– ha aggiunto Poggioli – è fondamentale riscoprire i saperi dell’agricoltura, l’arte di coltivare i campi, a cominciare dalla conoscenza del letame che permetta un utilizzo cosciente di tale risorsa al fine di evitare impatti negativi sull’ambiente e per sfruttarne correttamente le caratteristiche ai fini produttivi delle aziende agricole”.